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Brixton, Londra, 1977.
Una rivolta infiamma il quartiere giamaicano. Un tipo con lunghi dreadlock e uno strano cappello affronta da solo la polizia. Viene immortalato in una foto che poi comparirà sull'album Super Black Market Clash dei Clash. Quel "tipo" è Don Letts.
Già dal 1975, Letts gestiva un negozio in Kings Roads, "Acme Attractions", in cui, oltre a vendere vestiti di seconda mano, dischi e cianfrusaglie varie, suonava Dub e Reggae a tutto volume. La musica, più che la merce, sembra attirare i clienti. Letts diventò così Dj al Roxy, il più esplosivo club punk di Londra, dove giovani bianchi e neri si mischiavano e dove si esibirono Clash, Pistols, Siouxie e tutta la scena "77". Non avendo a disposizione molti dischi di gruppi punk da includere nella sua playlist, non si rivolse al rock tradizionale, ma introdusse in essa dischi dub e reggae. Questa sua scelta influenzò molti gruppi punk, tra i quali i Clash, con cui cominciarono forti collaborazioni caratterizzate da un comune denominatore: l'insofferenza per le regole, la mancanza di spazi, il senso di ribellione contro un sistema marcio e schiacciato dalla recessione.
Karemaski, Arezzo, 2009.
Si è visto un pezzo di storia in carne e ossa, e dredlock.
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