12/03/09

Morgana Live











Venerdì 13 Il Pan del Diavolo
Sabato 14 Francesco Di Bella

Francesco Di Bella, voce dei 24 Grana, sabato 14 marzo al Morgana a presentare il suo progetto SongWriter, il giorno prima, venerdì 13 arriva da Palermo il rock blues acustico de Il Pan del Diavolo

Il Pan del Diavolo arriva da Palermo per esibirsi a Benevento venerdì 13 marzo. Questo gruppo ha le carte in regola per essere uno dei gruppi rivelazione dell’anno nel circuito indipendente. Il Pan del Diavolo suona con due chitarre acustiche e grancassa. Nel 2008 vince le selezioni di Italia Wave Love Festival Sicilia e suona sul main stage della manifestazione a Livorno. Ad agosto vince il concorso "Avanti il prossimo" e suona sul prestigioso palco dell' Ypsigrock, e poco dopo è invitato al Pollino Music Festival per aprire a Gogol Bordello e Waines. A settembre 2008 Il Pan del Diavolo è entrato al Cave studio di Catania con un mucchio di canzoni che fanno parte della prima uscita discografica della band. Felici di averli al Morgana nella prima serata del“Keep on live”, nuovo circuito che raccoglie i migliori locali che propongono musica indipendente e che sta cercando di dare una maggiore visibilità e riconoscimento proprio a tutto quel mondo sommerso che sempre più si fa spazio, e che punta sulla musica originale e indipendente tra tanti sforzi e con una passione vera per la musica.


Sabato 14 marzo una serata d’eccezione, arriva infatti Francesco Di Bella dei 24 Grana
Il frontman dei 24 Grana presenta il suo nuovo progetto elettro-acustico-elettronico.
Rivisitazioni dei primi brani composti per la band e cover internazionali che hanno contribuito alla formazione artistica di Francesco. Un set sospeso tra poesia e ritmo; voce, chitarra, batteria minimale e basso per comunicare suggestioni ed emozioni indimenticabili. Francesco ha scritto tante belle canzoni, e con la sua band, i 24 Grana, rimane un riferimento essenziale per chi ama la musica di questi anni, in queste poche righe è difficile raccontare la sua biografia artistica, sappiamo che è una serata storica per un piccolo music club e la sua presenza al Morgana è veramente “una bella storia”.Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesco che ringraziamo per la disponibilità

Mi piacerebbe conoscere il tuo incontro con la musica, com’è avvenuto, e qual è stato il momento in cui hai capito che poteva diventare un terreno di espressione importante per te.
Il mio interesse per la musica è stato quasi, si potrebbe dire, prematuro; fin dall’infanzia, infatti, mi agitavo continuamente con un pennarello in mano a cantare e ballare ascoltando i dischi rock. E non saprei stabilire un momento in cui ho capito che quella sarebbe stata la mia passione. Ti dico però che nell’88, con Renato e Armando, i 24 Grana già quasi esistevano. A quei tempi non c’erano sbocchi per i piccoli gruppi e quindi abbiamo dovuto aspettare. Penso che già all’epoca realizzavamo cose interessanti, almeno quanto i gruppi emergenti di adesso che si esprimono in inglese (anche per noi quello è stato il primo territorio). La nostra prima canzone The Runaways diventò un piccolo successo tra i ragazzi del nostro quartiere, che venivano giù nel nostro garage per ascoltarla! Pensa se ci fosse stato myspace..

Gli anni 90 in Italia sono stati fondamentali secondo me dal punto di vista della spinta data alla musica che nasceva come indipendente, in un contesto sociale molto diverso da quello attuale, i nomi da fare sarebbero tantissimi, da quelli della prima ora Almamegretta, 99 Posse, Casinò Royale, Africa Unite, a tutto l’universo rock che girava intorno al Consorzio Suonatori Indipendenti, i 24 Grana sono stati subito una realtà importante e che ha conservato l’approccio e lo spirito di quegli anni guardando comunque sempre avanti.
Si, gli anni ’90 per noi sono stati la svolta, in coincidenza dei quali stavamo sviluppando un approccio più maturo all’esperienza del gruppo, riuscendo a sviluppare uno stile musicale nostro e molto autoctono, tutto ciò in quel momento storico era molto ‘cool’.Naturalmente quello spirito ci è rimasto dentro, avendo partecipato attivamente ad una serie di eventi molto importanti relativi a quel periodo così politicizzato. Ma il fatto di essere nati prima ci aveva dato la consapevolezza che quello per noi sarebbe stato
un passaggio e dunque questo ci ha aiutato a guardare sempre avanti.

Ho trovato sempre grossa solidità nella musica dei 24 Grana, perché alla base di tutto c’erano delle belle canzoni, che sapevano “uscire” dal disco per salire sul palco e diventare dei live coinvolgenti…….
Dovevano essere canzoni che parlavano ai ragazzi come noi, con ‘quel linguaggio, nei testi ci rispecchiavamo tutti noi 24, e questo ci dava una bella spinta dal vivo, oltre alla gran voglia di suonare che abbiamo sempre avuto. Il pubblico, che da sempre ci è stato particolarmente affezionato, è stato una marcia in più.

Pur avendo in testa i vostri ritmi reggae e dub, posso continuare a essere convinto che i 24 Grana siano un vero e proprio gruppo rock?
Assolutamente si, non saprei definirci diversamente. Definiresti i Clash un gruppo reggae, o dub? Volendo si potrebbe dire che nei ’90 era il gruppo che ci influenzava maggiormente come attitudine alla musica e alla politica.

Le canzoni di Ghostwriters, ultimo album dei 24 Grana, sono destinate a rimanere nel tempo, un disco bellissimo, premiato al Mei, apprezzato dalla critica, che forse, come va di moda in questo periodo, si è un po’ persa dietro alle definizioni, “indirock”, “indipop”, ecc.. Più volte hai sottolineato l’importanza della collaborazione con i fratelli Sinigallia, che è indubbia, però anche voi siete in forma, dalla sezione ritmica, alla chitarra discreta e psichedelica, fino a voce e testi per storie che conquistano.
Si siamo arrivati in studio in gran forma dopo un periodo passato sulle montagne, in Irpinia. Avevamo una grande occasione e volevamo sfruttarla al meglio. Credo sia un disco indubbiamente pop, perché fatto con duegrandi produttori pop. Il fatto che l’abbiamo fatto insieme lo fa suonare inevitabilmente come un disco di frontiera.

Il progetto songWriter cos’è? Un’esigenza diversa tua? Un progetto parallelo ai 24 Grana che andrà avanti, magari anche in studio?
E’ un progetto nato per riprendere un po’ i fili della mia vita, che ultimamente sta cambiando, e cercare cosa
c’è di coerente col mio passato da voler creare qualcosa che possa mandare ancora avanti me e i 24 Grana in questo periodo difficile per quella musica italiana non omologata, per contenuti, ai palinsesti radiofonici e televisivi nazionali. In studio prima o poi dovrò realizzare qualcosa di mio, se non altro per ricordo di tante esperienze ‘solitarie’!

Con quali musicisti affronterai questo tour nei club, e che sonorità dobbiamo aspettarci? Il repertorio ci intriga molto, oltre i tuoi pezzi ci saranno anche cover……..
Ercole Longobardi e Fulvio Di Nocera , sono due musicisti che conosco da anni e con i quali ho condiviso già molte esperienze. Volevamo dare vita ad un sound che potesse far divertire e ballare partendo dalle canzoni, quelle mie sono pezzi che coi 24 non suoniamo da un bel po’ e che mi mancano. Le cover sono quelle che ultimamente mi suonavo a casa perché, vuoi per la struttura armonica, vuoi per la melodia, vuoi per il testo, in qualche modo mi coinvolgevano. E le stavo studiando. Ci sono FleetFoxes, New Order, Okkerville River, Beach Boys, Bob Marley
e altri.

Il Morgana è un club molto piccolo, ma non poteva farsi sfuggire un’occasione come questa………
Vi ringrazio, sono entusiasta di questo progetto e penso che sia il posto giusto per poterci veramente divertire!


Ernesto Razzano
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