17/04/10

lo cunto di de cunto

Cappuccetto Rosa


C’era una volta Rosa. E c’era una volta anche Luca. Precisamente erano in classe. Ma, come tutti i ragazzi psicologicamente sani, o quasi, siccome era l’ ora di matematica, erano altrove con la testa.
Rosa ascoltava con un orecchio il ciarlìo di Alessia e Graziana, al banco avanti; con l’altro orecchio si ascoltava pensare.
“ Sono così triste - si disperava Alessia con l’amica - sono la ragazza più sfortunata del mondo! - ebbene sì, parlava proprio come una telenovela - Quello stronzo di Giangy non mi ha detto neanche una parola! Sono stata una settimana al centro Oasis a farmi le lampade, all’ inizio mi sono pure scottata tutta, mi sono comprata un vestitino nuovo da 270 euro, e quello stronzo non ha notato niente! Non ci parliamo da ieri pomeriggio! Però mi manca tanto. Io lo so che non è cattivo…a volte e così dolce…”
Di queste ed altre simili tragedie andava discorrendo Alessia; e ciò era competenza dell’orecchio destro. Nell’orecchio sinistro una voce diceva: ”Tu non l’hai manco mai avuto un ragazzo! Sei brutta, introversa, stupida, a volte penso sarebbe meglio il suicidio, o non essere mai nata, perché tanto,di suicidarti, non ne avresti mai il coraggio. Come vorrei essere Alessia!”
Alessia e Graziana erano due delle tre (massimo quattro) persone - tutte donne - con le quali Rosa era riuscita ad instaurare una sorta di rapporto. Non che fosse un rapporto particolarmente intimo, intendiamoci: si scambiavano ogni tanto una parola su come fosse stronzo il professore De Luca, su come fossero sbandati i ragazzi di questa classe, su che brutta maglietta ha oggi Milly!
Ma in realtà a Rosa, anche se faticava ad ammetterlo a se stessa, Alessia stava un po’ sul cazzo. Del resto, come avrete potuto intuire, aveva tutte le ragioni a non sopportarla.
Rosa, dicevo, aveva legato in classe con pochissime ragazze. Nei confronti degli altri adottava un atteggiamento molto scostante, osteggiava un disprezzo da vera “ciellina” per quel mondo di ragazzi così frivoli e scapestrati. Eppure lei stessa percepiva come il suo modo di fare fosse completamente finto, recitato, e non sapeva, davvero non sapeva, non riusciva a capire, perché mai si comportasse in tal modo. In realtà quei ragazzi che tanto deprecava con le “amiche”, nel suo intimo non le suscitavano disprezzo; ne era attratta fortemente. Non era realmente infastidita, né inquietata, dalle barbe incolte, dagli orecchini, dagli spinelli, dai filoni insomma dal patrimonio culturale dei ragazzacci della classe; anzi, sentiva come loro, a differenza sua, fossero vivi! Né però riusciva a correggersi. Come avrebbe voluto aprirsi, unirsi agli altri, non fare sempre quella con il muso! Ma le si era appiccicato addosso uno strato di ghiaccio duro, che aveva preso una sua determinata forma; che Rosa non riusciva a rompere, aveva paura di rompere, non pensava neanche a rompere, non sapeva come rompere; che si era formato in anni di domeniche a messa, serate di tv di prima serata, studia che devi prendere voti più alti di Katia, se torni dopo le dieci domani non esci (ma tanto Rosa non usciva comunque), ecc…
Chiusa in questa matrioska di ghiaccio, Rosa non sapeva come muoversi, e lasciava decidere alla matrioska.

Luca intanto guardava le mosche ronzare, lanciava qualche pallino di carta, annotava svogliati “D[f(x)] = D(x) f1(x)” sul quaderno, punzecchiava Chiusolo che alla sua sinistra cercava di seguire la lezione per sé, il compagno di banco e un’ altra trentina di persone (era molto diffuso in quel tempo il culto dei pii appunti di San Chiusolo).
Ad un certo punto il suo sguardo si soffermò su Rosa.
Stette un po’ e poi disse a Chiusolo, che lo ascoltava con santa pazienza:- Guarda Rosa. Sta pensando che è brutta, che non esce mai la sera, che non ha mai avuto un ragazzo, che non ce la fa più a sorridere a quella cretina di Alessia…-
Era un ragazzo intelligente, Luca, e aveva voti alti persino in matematica (sempre con l’assistenza paterna di San Chiusolo). Vista da fuori, Rosa gli appariva come il prototipo della ragazza alla quale era stata dedicata “Albachiara”. In realtà Rosa era molto carina, ma non si sapeva vendere….insomma, respirava piano per non far rumore, si vestiva svogliatamente e non metteva mai niente che potesse attirare attenzione attenzione. E, Luca ne era convinto, probabilmente sola dentro la stanza e tutto il mondo fuori, si masturbava. Sembrava Cappuccetto Rosso, lì con quel vestitino rosso, con i riccioli biondi che le scendevano davanti agli occhi –azzurri, naturalmente - , con sguardo per aria e con una decina di pezzettini di gomma che Erminio le aveva tirato nei capelli.
- Ma che te ne fotte – disse seraficamente Chiusolo – che cazzo ci devi fare con Rosa? -
- Mannaggia San Chiusolo, apri un po’ quella testa a lucchetto. Vuoi capirlo che per farla fiorire, quella Rosa, basterebbe che le rivolgessi un po’ la parola. Sono sicuro che cambierebbe di colpo.-
Era un ragazzo intelligente, Luca, e aveva anche buoni voti in matematica ( sempre grazie a te santissimo quaderno di chiusolo a cui mi prostro ) e aveva capito di Rosa molte più cose di quanto lei si sarebbe aspettata, compreso il suo debole per lui.
Sì, Rosa era infatuata di Luca, con i suoi capelli lunghi, i suoi orecchini e le sue canne.
Quel giorno Luca disegnò sul suo diario di Paperino, al 5 aprile, Rosa nelle vesti di Cappuccetto Rosso, con tanto di scritta “oggi Rosa sembra Cappucceto Rosso”.

Ora, si narra che un giorno, nell’ ora di religione, si verificarono i seguenti avvenimenti ( a me lo ha detto Chiusolo). Dovete sapere che Luca, oltre ad essere ateo ed ad avere un forte spirito goliardico, cose che l’ avrebbero spinto a rimanere in classe durante la lezione di religione, era anche di buon cuore; sicché provava pena per la professoressa quando Gerardo ed Erminio la schiacciavano tra la porta ed il muro e, sapendo che nessuna forza al mondo, tanto meno la sua, avrebbe potuto distogliere i compagni dalla loro missione, decise di sottrarsi alla visione del mesto spettacolo che si rinnovava di settimana in settimana, e chiese l’ esonero.
In realtà secondo me l’esonero lo chiese più che altro perché, essendo mingherlino, acchiappava più paccheri di quanti ne riuscisse a dare, ed uscire dall’aula altro non era che un indecorosa fuga da quella torma inebriata e sanguinaria che erano i suoi compagni di classe….Fatto sta che quel giorno nell’ ora di religione Luca in classe non c’era – fonti attendibili sostengono che sostasse nel cesso assieme a Fonzo con due cannoni in mano, ma questi sono fatti suoi – e che Rosa, non avendo un cazzo da fare, pensò bene di ammazzare il tempo sfogliando il suo diario.
Il fido compagno Chiusolo non si accorse di niente e non potè intervenire perché era momentaneamente con la testa nel cestino della spazzatura.
Vi lascio immaginare quale stupore colpì la ragazza quando giunse al 5 aprile. Beh, Luca tutto sommato era un ragazzo colto e intelligente e, grazie ai fioretti di San Chiusolo, aveva voti alti persino in matematica; ma era spesso nelle sue cose distratto ed arronzone, sicché non di rado si potevano leggere sul suo diario cose come “ w i qeen”, “esercizzi da pag. 58 a pag.61”, “ w la figa”, o “cappucceto rosso”.
A questo punto del racconto Chiusolo mi disse che uscì dal cestino e struppiò di mazzate cinque ragazzi tutti insieme, ma io non ci credo.
Ma ritorniamo seri, perché Rosa, ripresasi da quell’ ignoranza tenebrosa, impietrì e rimase pensierosa con il diario di Paperino in mano per il resto dell’ ora.
Sentimenti contrastanti si sfidavano nel suo petto. Complessata com’ era, Rosa aveva interpretato subito il disegnino come uno sberleffo, una ridicolizzazione. Però…però qualcosa di dolce le si scioglieva in corpo, un’inquietudine ristoratrice; non si sentiva umiliata o rattristata ulteriormente, anzi, se non è troppo, era quasi contenta per quel disegnino. Qualcuno, oltre il suo banco, si accorgeva che anche lei era in classe, qualcuno la disegnava perfino…e poi proprio Luca, che era così carino. – E ammettiamolo, checché ne dica Graziana è simpatico, perché devo impormi di pensare che non si così?! Però, dannato fesso, perché vuoi sfottermi con questo cappuccio?! E che sono ‘ste cose nei capelli? Gessetti? Gomme? Ah, quello stronzo di Erminio! Che figura di merda, chi sa come sembravo intelligente con quei cosi schifosi in testa! Però non mi ha caricaturata….non mi ha manco disegnata male. Certo sono molto più carina qui che nello specchio. E se..…Dio che bello sarebbe, finalmente un cambio di rotaia in questa vita di merda! Ma stai zitta, stupida, che cazzo ti metti a pensare, cretina, cretina! Eh sì, mo’ di punto in bianco si fila di te, che stai trincerata in quel banco del cazzo e fai la superiore e non dici mai niente! –
E scoppiò a piangere di un pianto così improvviso che per lo stupore anche Erminio e Gerardo liberarono la professoressa.


FINALE 1
Se sei un tipo romantico, se ti piace il “Fior di fragola”e hai totalizzato la maggioranza di cuoricini, questo è il finale che fa per te

L’ora successiva, Luca venne a conoscenza dell’ accaduto da Chiusolo, e siccome era un ragazzo intelligente, e grazie alla tenera amicizia col compagno andava bene anche in matematica, non faticò a comprendere lo stato conflittuale dell’ animo di Rosa. La dolcezza nascosta di quella ragazza, che a volte emergeva prepotentemente, lo affascinavano e, ora se ne rendeva conto, l’ aveva fatto infatuare di lei.
Così una mattina arrivò a scuola prima del solito e cosparse il banco di Rosa con tanti petali di rosa, su ognuno dei quali era scritta una lettera, in modo tale che si leggesse: “credo proprio di amarti – Luca”. Quando Rosa vide i petali sul banco, per il batticuore sciolse il sarcofago di ghiaccio nella quale era costretta, corse tra le braccia di Luca e lo baciò, mentre i compagni intorno li applaudivano e dall‘altoparlante per le comunicazioni partì la musica di “Via col vento”.

FINALE 2
Se dopo aver scopato reciti l’ atto di dolore, hai un pessimo gusto per la musica e le tue risposte corrispondono per lo più a crocifissi, ecco il tuo finale

L’ ora dopo Chiusolo informò Luca dell’ accaduto, e Luca, che era intelligente al punto di avere una buona media anche in matematica, grazie all’ aiuto del Signore, non faticò a capire cosa era avvenuto nel candido animo di Rosa. Colpito da tale sensibilità si persuase della bellezza interiore della ragazza e decise di parlarle. Colloquiando, i due, sentendosi sempre più vicini spiritualmente, si baciarono. Ma, fortunatamente, si resero immediatamente conto del sentiero peccaminoso verso cui portava la loro attrazione, e decisero di non vedersi più. Rosa cambiò scuola e si fece suora.

FINALE 3
Se sei uno stronzo, sei un convinto assertore del materialismo storico e hai totalizzato maggioranza di fighe, questo è il finale che ti si addice

Quel secchione di Chiusolo stette a rompere il cazzo a Luca per mezz’ora su Rosa che piangeva, che secondo lui si era presa una cotta per Luca, e stronzate simili; ma Luca, che era intelligente e che copiando da Chiusolo aveva voti alti in matematica, sapeva che Rosa non gliela avrebbe mai data. Così prese a consolare Alessia per i suoi dissidi con Giangy, la portò nel cesso e se la chiavò fino allo sfinimento.

FINALE 4
Se sei un ragazzo sensibile, giocherellone, pazzerello, ami il fucsia e hai dato per lo più risposte corrispondenti a un fallo, questo è il tuo finale

Nell’ ora successiva Chiusolo raccontò tutto all’ amichetto Luca, al quale per amore passava i compiti di matematica. Luca rimase commosso nell’ ascoltare una storia così dolce, ma siccome era gay, tornò nel bagno da Fonzo.

VERO FINALE

Beh, non tutte le storie finiscono bene. Questa sì e no.
Quando suonò la campanella, Luca tornò in classe che la professoressa di italiano era già arrivata – e quella di religione già cremata –. Stranamente fu Chiusolo a rivolgergli per primo la parola durante la spiegazione:
- Mentre eri fuori, Rosa ha preso il tuo diario, è rimasta mezz’ora seduta al tuo posto tenendolo in mano e poi è scoppiata a piangere. Una scena surreale.
- Oh santi Chiusolo e Damiano!
- Secondo me ha visto il disegno di “Cappuccetto Rosa”, ma la reazione non me la spiego.
Luca, che era un ragazzo intelligente e con l’ aiuto di San Chiusolo andava bene anche in matematica, si immaginava come erano andate le cose in modo piuttosto realistico. Si immaginava Rosa incerta se offendersi o sentirsi lusingata e comprendeva con quale facilità la lontana ipotesi, il desiderio, la sola possibilità di una storia con lui mettessero in crisi il mondo la dimensione mentali nei quali era sempre vissuta. In realtà il disegno di Luca non era stato spinto né dall’ amore, né dalla voglia di deridere. Semplicemente, il ragazzo era stato colpito da un lato di Rosa che aveva osservato fugacemente, che, in maniera più evidente rispetto al solito, gli si era presentato sotto forma di Cappuccetto Rosso.
Rosa era carina, e Luca sospettava come potesse rivelarsi più affabile e piacevole di come era solita presentarsi. Per un po’ di tempo forse pensò veramente che, tutto sommato, poteva funzionare. Ma alla fine si convinse che due persone come lui e Rosa non sono fatte per stare insieme. Luca era un animo portato a sminuire i problemi e a prendere le cose in maniera semplice, assuefatto al divertimento. Sapeva che Rosa avrebbe potuto, magari con il suo aiuto, scrollarsi di dosso complessi e chiusure mentali, che prima o poi l’ avrebbe fatto, era chiaro, non ce la faceva più a resistere.
Ma in fondo non era compito di Luca cambiarla. Così lasciò correre e, siccome Rosa certo non era il tipo da fare il primo passo, dopo la licenza non si videro più.
Il mutamento atteso, adesso, a distanza di qualche anno, Rosa lo ha avuto e come! Abbiamo due figli e viviamo nelle isole Tonga. Qui si sta proprio bene e penso che allora Luca non sbagliò a lasciar perdere. Magari accocchiandosi si sarebbero depressi entrambi!
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