20/09/12

I viaggi di Penelope...Dalle Alpi all'Appennino

Ho camminato sotto “la nuvola” di Calvino e ho immaginato “la casa in collina” di Pavese, ho visitato “le due città” di Soldati e ho usato la “chiave a stella” di Levi. I miei sono per lo più viaggi letterari ( e lo sono in senso letterale e in senso lato), come lo stesso titolo della mia rubrica suggerisce. Da questo punto di vista Torino è il prototipo del Paradiso: libri, libri ovunque, ad ogni passo, antichi, moderni, introvabili, di categoria, genere, sottogenere. Mi sarebbe bastato anche solo camminare tra gli scaffali polverosi di Via Po ma non contenta sono andata a rovistare nei progetti non realizzati di Francesco Rosi alla Biblioteca del Museo del Cinema. Aprire i suoi quaderni di appunti, disegni, idee è stata un’altra delle cose più eccitanti del viaggio, scriverne sarà ancora più divertente. La Biblioteca nazionale è stata, invece, molto deludente, sembra quasi un ospedale! Molto meglio la Biblioteca Regia, al Circolo dei Lettori mi faceva quasi impressione entrare, un palazzo antichissimo, elegantissimo, snobissimo, con tanto di tappeto rosso e divieto d’ingresso a bici, animali, non residenti senza previo permesso. Ma veniamo a quanto lega questa rubrica al blog di riferimento, la nostra città attraverso gli altri luoghi. Mentre ci interroghiamo, infatti, sulle sorti della nostra Provincia, a Torino quasi non sanno nemmeno che esistiamo! La reazione più frequente è stata “Ah, Benevento in Puglia!”, a seguire “Come si vive in Abruzzo?” o ancor meglio “Ah non si sente mai parlare di queste cittadine del Molise”. E subito dopo la domanda più gettonata: “Benevento provincia di?”. A Torino non sanno la geografia nonostante l’Italia l’abbiano fatta loro. Dopo l’Italia non bisognava fare gli Italiani ma piuttosto degli insegnanti di geografia, e questi maledetti Tfa (i nuovi tirocini formativi abilitanti per l’insegnamento) di certo non basteranno. Di Benevento, in effetti, non girano immagini nonostante mi sia trovata ad elencare tutti i nostri bei monumenti, l’arco di traiano, il teatro romano, la chiesa di santa sofia – è finanche patrimonio dell’unesco!- nessuno li ha mai visti e non c’è niente da fare l’immagine fa nascere il desiderio, desiderio di vedere, di toccare con mano, di rendere concreta quella che è solo un’immagine. Quante volte abbiamo visto la Mole antonelliana? Sui libri di scuola, dal sussidiario delle elementari al manuale di storia dell’arte del liceo, dal disegno sui cioccolatini ai 2 cent con cui paghiamo ben poco. Dei nostri nessuna traccia, neanche in quelle false macchinette fotografiche di una volta che a seconda del luogo in cui si acquistavano facevano vedere un po’ tutti i monumenti d’Italia. E così ditemi voi se non si desidera di più salire in cima alla Mole piuttosto che stare sotto l’Arco di Traiano.
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