08/01/13

ci aspettiamo delle DIMISSIONI

“In data odierna in Benevento, Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa, ufficiali di Polizia giudiziaria della Polizia di Stato della Digos della Questura di Benevento, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento (Flavio Cusani, ndr) nell’ambito di un’inchiesta diretta da questa Procura della Repubblica, indagine nella quale risultano coinvolti sessantuno indagati. Le suddette misure cautelari, differenziate tra custodia in carcere, arresti domiciliari e obbligo di dimora in un comune diverso da Benevento, riguardano quattordici indagati tra pubblici amministratori, funzionari e tecnici del Comune di Benevento, nonché imprenditori sia locali che Casertano, tutti coinvolti, a vario titolo, in delitti di concussione anche elettorale, corruzione, truffe aggravate, turbative di gare, frodi nelle pubbliche forniture, falsità ideologiche, abusi d’ufficio e frodi fiscali mediante l’emissione di fatture fittizie di importi rilevanti. Le indagini affidate alla Digos di Benevento, svolte con il consueto impegno e con spiccata professionalità, sono state avviate nel 2010 e coordinate da questo ufficio, che ha richiesto le suddette misure. Dagli atti emerge uno spaccato criminale amministrativo davvero preoccupante soprattutto dall’incrocio dei dati forniti dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, dalle intercettazioni telefoniche e dalla documentazione acquisita. Gli indagati risultano infiltrati nel tessuto socio-economico ed amministrativo, a volte con il paravento di attività formalmente lecite, col fine in realtà concretamente realizzatosi, come dimostrato dagli elementi raccolti, di acquisire, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di appalti pubblici e l’affidamento di servizi. In particolare le indagini svolte hanno consentito di svelare un sistema di illegalità diffuso e di rilevare, nei comportamenti dei suddetti pubblici ufficiali, un vero e proprio ‘comitato trasversale di affari’ che ha determinato un condizionamento e un inquinamento ambientale nelle procedure d’ufficio, con conseguenti riflessi sulla credibilità dell’Ente Comunale e sulle sue risorse. L’azione investigativa ha consentito inoltre di acquisire fonti di prova soprattutto sul fenomeno della corruzione e/o concussione esteso a diversi amministratori e tecnici comunali. Vi è da aggiungere che in alcune occasioni, a promuovere e/o organizzare altre vicende di natura illecita, che sono state accertate nel corso delle indagini, sono stati proprio i predetti pubblici amministratori e/o funzionari, i quali hanno più volte affidato servizi e pagato le relative prestazioni, senza che a monte vi fosse stata alcuna determina di affidamento, a una cooperativa sociale, in cambio di consensi elettorali; in tale ambito sono anche emersi riferimenti e minacce di licenziamento nei confronti dei soci lavoratori di tale cooperativa, al fine di coartarli ad esprimere il loro voto a favore di detti politici. In ultimo si rappresenta che i flussi di danaro proveniente dalle rilevanti attività truffaldine accertate (di svariati milioni di euro), hanno rilevato uno scenario devastante circa la pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche pur di raggiungere lucrosi interessi criminali. In definitiva le indagini hanno disvelato un vero e proprio ‘sistema’ illegale che comprende il livello politico-amministrativo (sindaco, consiglieri), il livello dirigenziale-tecnico (dirigenti, funzionari e tecnici comunali), il livello imprenditoriale. Tutti i componenti del sistema criminale si muovono in sinergia per procacciarsi anche illeciti profitti personali. I responsabili politici ed amministrativi non si muovono solo per interesse pubblico, per garantire un servizio pubblico, o meglio, tali evenienze sono eventualmente garantite solo se coincidono con il fine privatistico del guadagno personale. Emblematici sono i giudizi formulati dal Gip che in alcuni passi dell’ordinanza così si esprime: gli indagati agiscono ‘nel più rozzo favoritismo e nel mercinomio della funzione, non più svolta nell’interesse esclusivo della collettività, ma per perseguire utilità ed interessi privati propri, di familiari, di persone o imprese amiche; e ancora ‘emerge in particolare la mediocrità del personale tecnico e dirigente…che a parte la palese disonestà manifestata…appare del tutto inadeguato. I dirigenti e i tecnici vengono fuori…come i vasi di coccio di manzoniana memoria, stretti nella morsa costituita da una parte dall’arroganza dei politici disonesti e dall’altra dalle blandizie e dai favori offerti da imprenditori spregiudicati…’; infine la struttura burocratica del Comune di Benevento risulta aver abdicato alla funzione pubblica (di imparzialità, indipendenza e autonomia) ‘mostrandosi indifesa e debole di fronte agli abusi di potere e alla corruttela di alcuni dei politici eletti…’.
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