06/11/09

Mo(o)vie Wonderland

Titolo: “The informant!” (di Steven Soderbergh)
Sottotitolo: Sparala ancora, Sam!
Midwest, USA, anni ’90. Prendete due agenti federali un po’ idealisti, un mutante travestito da Philip Seymour Hoffman e lo strano ma remunerativo caso di un microbo-della-lisina (se non avete un paio di lauree nel settore biochimico, è inutile tentare un approccio all’argomento)… cos’è, l’inopinato ritorno del mitico “X Files”?! Magari… Scully e Mulder,buonanime, impipandosene delle regole, avrebbero forse risolto con più solerzia l’allucinante enigma di Mark Whitacre, il microbo di cui sopra, che, nonostante una moglie dalla messa in piega improponibile, un salotto da schifo e un delirante penchant per le cravatte di Brioni (salvo poi indossare quelle disegnate palesemente da Paperoga sotto metanfetamine), riuscì a truffare svariati enti amerriccani per altrettanto svariati milioni di dollari. E come? È il capitalismo, bellezza e se sei un bugiardo patologico munito di baffi che sembrano finti e storia lacrimevole che sembra vera sulla tua infanzia di orfano nell’Ohio, sarà tutto amido di mais che cola, puoi crederci. Basta vendersi un’articolata palla del genere “c’erano un francese, un giapponese e una banca svizzera” al Federal Bureau, che per l’occasione ti manda a casa il più fesso dei suoi agenti (Fox, dove sei??), esercitare la propria rigogliosa fantasia fra una riflessione e l’altra sull’egocentrismo delle foche monache, avere da lì in avanti uno stuolo di colleghi-capi-avvocati-clienti-confessori-giudici con il fosforo in vacanza e soprattutto dotarsi di una faccia dalle fattezze clamorosamente di c..o -e il gioco è fatto. Salvo mandare successivamente tutto all’aria per un prefisso sbagliato su una perizia psichiatrica (e là cascò il neurone)… Whitacre, ma insomma, quanto ci hai fregato? Due milioni di dollari, Vostro Onore. Cinque. Sette. Ora che ci penso, nove. Undici. Perchè, prima che ho detto? End piuttosto happy, in stile sogno americano, che -per carità- non vi anticipo. Perché (tutto sommato) è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzooo, qualcosa può pure rubbarr.
SinteticaMente: l’iper - prolifico Soderbergh, dopo la sua versione sul Che, ci affida un punto di vista (tratto da una storia vera) sull’american way of life e certe sue infauste conseguenze fiscali- meno didascalico di un Michael Moore, ma non all’altezza di altre sue produzioni. Film riuscito a metà, comunque godibile, grazie anche a Matt Damon che, oltre a sembrare Seymour Hoffman, recita come lui: strepitosamente.
Consigliato: a chi, fra un Nasdaq e l’altro, ancora si fa trovare dalla mamma con le dita nella Nutella.
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1 commento:

Isabella s.p.a. ha detto...

ahaha esatto!
un bipolare senza paragoni!