08/11/09

Sono una Janara


Celebro il mutare delle stagioni nella "gola stretta di barba", nelle notti dei SABBA attorno al noce magico, con giochi di Diana.
Durante l'anno tengo per mano la Terra, nei suoi percorsi di luce, di ghiaccio, di sangue e di rugiada.
Onoro il rinnovamento delle vita, l'inizio della crescita, la rinascita dei germogli, l'amore e la passione, il primo biondo raccolto, la fruttificazione, l'ultimo raccolto color arancio, la fine ed il passaggio.
Le stagioni si posano sulla mia pelle come organza, imprimendo i loro forti odori nelle mie narici, i loro sapori sulla lingua sulle morbide mucose della bocca, i loro colori si riflettono nei miei occhi.
Riconosco gli alberi come mia fortezza, come capanna della mia anima, dove mi rifugio ogni volta che la pioggia cade troppo forte ed il vento porta via le foglie che tracciano il sentiero. Ogni volta che piango sono loro ad asciugare le lacrime con il lieve tocco del cuore. Il loro tronco è il mio appoggio quando sono stanca, la loro linfa è la testimonianza del continuo fluire del cambiamento dentro me e sulla mia pelle.
Ossequio Trimurti, Iside, Ecate ed Artemide.
Venero la luna, come me per metà sincera per metà bugiarda. Lei è consigliera, tormento e soffio antico. Seguo i suoi cicli. Sono una bambina che si culla sul suo spicchio, quando torna giovane in me e si rivolge all' ovest. Sono l'adulta che in lei si riposa, quando comincia a svanire verso est. Sono la notte più scura che l'accoglie nera, quando smette di illuminare il cielo e le sue figlie.
Sono una Janara
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