09/03/10

comaneci @ morgana



(ricevo e pubblico)
Comaneci, di base ravennate, travestendo di America profonda i loro italianissimi paesaggi, ci danno un disco prezioso, da assaporare con preferenza nelle moltissime province ipnotiche d’Italia. Ridotti a un duo (Francesca Amati, voce, chitarra classica, tastiera; Glauco Salvo, chitarra elettrica, banjo), i Comaneci, dopo l’ep di quest’estate (“Girl Was Sent To Grandma’s In 1914”), sorta di test di auto-valutazione per apprezzare il grado di affiatamento e per sondare i territori esplorabili, sembrano aver trovato con questo “You A Lie”, dove aggiungono alle cinque tracce lì presenti altri sei pezzi, il loro equilibrio. Si viaggia nella dolce caligine di un folk intimistico e scarno, ravvivato dalla voce meravigliosa della Amati (molto folksinger americana, con toni caldi quasi black) e dagli interventi calibrati e mai fuoriluogo di Salvo. Sebbene partecipino membri del Madcap Collective (Bob Corn) e altri nomi di spicco della scena indipendente italiana tra folk e rock d’autore (Pete Cohen dei Sodastream, Paolo Gradari degli Amycanbe, Mattia Coletti, mentre la produzione è affidata a Bruno Dorella, anima di Ronin e Bachi Da Pietra), l’impressione è che le sagome del duo si muovano solitarie in affascinanti sfondi di cartapesta. fondi variabili, quelli di “You A Lie”, tra l’idillio rustico e un paesaggio brumoso da murder ballad. Più scuri sono i pezzi già noti, nei quali Salvo inonda i racconti della Amati con cenni vagamente noisy, per effetti sinistri che a certa spersa subprovincia italiana (dove spesso ai due piace esibirsi) si attagliano alla perfezione; da citare, almeno, la psicotica “On My Path”, tutta raccolta in un breve giro di classica iterato e nelle interpolazioni sconnesse dell’elettrica (notevoli anche il climax dark-folk di “Promise” e “Not”, con sferzate distorte da incazzatura repressa). Il resto del disco scorre nel complesso su toni più distesi.
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