13/03/10
Lupus
Tutto comincia con una versione straziante dell'Inno di Mameli, e si chiude con una bara.
In mezzo la rappresentazione dell'agonìa dell'Italia di questi anni. Fa piacere vedere un teatro che si occupa dell'attualità, fa piacere vedere dei ragazzi usare il proprio talento per fare una riflessione sul contesto socio-politico in cui vivono. E fa ancora più piacere vedere il Teatro Comunale pieno. La prima impressione che ho è quella di assistere ad una rappresentazione clandestina, irregolare, rivoluzionaria ma in fondo è una rivoluzione senza eroi, senza forzature ideologiche. E' una rivoluzione involontaria, è semplicemente la vita che scorre fuori dalle categorie di pensiero che circolano nel mainstream dell'informazione e della rappresentazione sociale abbozzata nei mass-media. Banalmente si possono cancellare i temi della realtà o la satira dall'immaginario mediatico, ma non spariscono dalle orecchie e dagli occhi delle persone che hanno rinunciato a passare le giornate nel matrix televisivo. Il Potere ha costruito un mondo artificiale consolatorio ma incompleto, e il mondo reale è tornato ad essere vitale e tondo.
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