24/06/10

energia da biomasse

Nell'ormai lontano fine agosto del 2007, la Provincia di Benevento (intesa come organo istituzionale) fu scossa dalle dimissioni dell'allora Presidente Carmine Nardone. Sullo sfondo uno scontro politico che si incentrò sul tema della realizzazione di impianti di trattamento delle biomasse.
In breve sull'ipotesi di utilizzare erbacce per la produzione di energia.
In sintesi la scommessa politica di Nardone fu affondata da un atteggiamento di generale ostilità che isolò il Presidente.
Oggi ho letto sul sito della Regione Toscana queste parole:

Costa un terzo degli impianti a gasolio, diminuisce di 25 volte le emissioni di anidride carbonica, potrebbe già da oggi essere utilizzata da quasi mezzo milione di toscani. Sono queste le credenziali di questa fonte di energia rinnovabile, che attinge dalle biomasse legnose, una forma di energia pulita che in Toscana si sta gradualmente radicando anche grazie al lavoro di ricerca prima, di sperimentazione poi, svolto dall’Arsia. Attualmente in Toscana funzionano a regime una serie di impianti pilota: il primo è stato realizzato a Rincine, nel comune di Londa (Firenze), e lo hanno seguito a ruota quelli di Camporgiano (Lucca), Casole d’Elsa e Monticiano (Siena), Loro Ciuffenna e Cetica (Arezzo), Fivizzano (Massa Carrara). Con i 18 progetti finanziati dal bando regionale e quelli che attingeranno ai finanziamenti del Piano di sviluppo rurale la Toscana si avvicina di diritto a realtà come il Trentino, o le varie regioni dell’Austria che, prime, hanno valorizzato questa fonte di energia rinnovabile.[...] L'interesse della Toscana per questo tipo di energia sta tutto nella sua vocazione forestale e agricola. Per realizzare il cippato si utilizzano infatti sia gli scarti della produzione forestale (interventi selvicolturali, diradamenti, ecc.) che di quella agricola (vedi le potature di frutteti, di viti e di olivi).[...] Gli impianti a biomasse emettono anidride carbonica in misura 25 volte inferiore rispetto a un impianto a gasolio, non incidono sul patrimonio forestale (si utilizzano solo residui di lavorazione o tutt'al più ramaglie), anzi valorizzano materie prime presenti sul nostro territorio. E per di più costano meno: per riscaldare un appartamento di 100 metri quadri a gasolio o Gpl ci vogliono almeno 1.000 euro l'anno, col metano almeno 600, mentre col cippato di legno se ne spendono 350 euro e il rendimento termico è pressoché identico. Certo, l'impianto è ancora più costoso (la tecnologia è evoluta), ma in 5-6 anni le spese possono essere totalmente ammortizzate per il risparmio che si ha nei consumi.
Attualmente la quantità di biomassa legnosa che potrebbe essere destinata a uso energetico senza impoverire minimamente le nostre foreste supera il milione di tonnellate annue. Con queste cifre potrebbero essere realizzati impianti capaci di produrre oltre 2 milioni e mezzo di Megawatt di energia, con cui servire oltre 125mila abitazioni (pari a circa 500mila abitanti) risparmiando, rispetto ai costi attuali, 200 milioni di euro annui e evitando l’immissione nell’aria di quasi 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

C'è da chiedersi se sono pazzi in Toscana o se siamo pazzi noi...
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1 commento:

kontrasto ha detto...

non è proprio così:
Nardone si è dimesso perché aveva spacciato per un piccolo impianto a biomasse quello che si è poi rivelato, una volta scoperte tutte le carte, un grosso INCENERITORE (e non impianto a biomasse).