Visto che non riesce a fermare la marea nera, la Bp pensa a ripulire il Web.
Una delle conseguenze del disastro ambientale è l'incremento delle ricerche online su ecosistema marino inquinato e come salvarlo: ben il 95 per cento delle risposte che danno i motori di ricerca sono negative nei confronti della Bp. Per questo la multinazionale del petrolio ha acquistato su Google e Yahoo! le parole chiave di ricerca «oil spill» (perdita di greggio) in modo che queste rimandino in primo luogo al sito aziendale, dove esiste una nuova sezione dal titolo «scopri in che modo la Bp sta rispondendo»: per influenzare il punto di vista degli utenti.
«Lo abbiamo fatto per spiegare quanto stiamo facendo» ammette un portavoce di Bp, Toby Odone. E' una novità degna di nota, nelle nuove strategie di comunicazione aziendale alle prese con la globalizzazione e la comunicazione digitale: bisogna fare i conti in prima persona con il potente passaparola sulla Rete Mondiale per far fronte al danno d’immagine e al crollo in Borsa, non basta cercare di persuadere i media.
Secondo la società indipendente britannica di marketing Greenlight, è una mossa brillante.
Ma potrebbe essere un boomerang: perchè sul Web il tam-tam degli utenti informati sa smascherare un’operazione di maquillage.
fonte: La Stampa
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