04/05/11

Città X e Città Y


CITTA' X

Un weekend lungo di fine aprile, con la primavera che sboccia e le giornate che cominciano ad allungarsi, è l'ideale per una gita fuori porta con la propria morosa.
Mentre leggo le email della giornata sul mio iphone, Antonella mi chiede attenzione. Indica lo schermo del suo laptop, ha trovato un ostello proprio bellino in una capitale europea ed un volo low cost a 6 euro a persona. "Che dici? Ci facciamo un regalo il prossimo fine settimana?" Dopo mesi di nebbia e freddo anestetizzante, non mi sembra vero che proprio lei, solitamente statica e casalinga, abbia avuto questo slancio da esploratrice. La decisione è presa al volo si parte! Fantastichiamo un po’ girando su altri siti internet, valutando altre destinazioni, altre tipologie di sistemazioni, altre modalità di spostamento. Alla fine si decide per la Città X, un borgo medioevale del centro Italia dove risiedono alcuni nostri amici che non vediamo dai tempi dell'università, ci hanno sempre invitato calorosamente, ma per i soliti impegni di lavoro o per pigrizia abbiamo sempre rigettato.
Arriviamo nella Città X venerdì sera, ovunque ci sono manifesti elettorali, negli spazi verdi delle rotonde all'ingresso della città, sui cassonetti della spazzatura, nelle vetrine dei negozi, sui balconi e sulle finestre dei piani più bassi, nei tabelloni pubblicitari luminosi, negli spazi appositi realizzati con lamieracce di ferro e tubi innocenti, sui muri scalcinati dei vecchi palazzi, sulle facciate in cemento dei sottopassi, sulle mura di cinta, sulle campane per il vetro, sui vetri delle fermate dei bus, sui vetri dei bus, su cabine dell'enel, su autovetture apposite che trascinano grossi catafalchi in vetroresina e su utilitarie o camioncini riverniciati all'uopo. Cerchiamo tra queste una foto in particolare, dopo un pò ne vediamo una, mezza coperta con quella di un suo rivale. Ci spiegheranno poi che la leggenda vuole che se non paghi gli attacchini abusivi te le staccano (Scusa ma gli attacchini non dovrebbero "attaccarli" i manifesti, Si, Ok, ma solo nella seconda parte della notte, nella prima strappano quelle non abusive, ah, va bene). Arrivati in città cerchiamo di telefonare ai nostri amici, il telefono è staccato, ci dirigiamo direttamente a casa loro. Sul marciapiede ci sono dei bambini che giocano con le figurine panini. Mentre Antonella citofona mi avvicino per chiedere se mi vendono quella di Cavani o almeno lo stemma del Napoli. Faccio due passi nella loro direzione e mi accorgo che sono figurine elettorali. Al citofono non risponde nessuno, devono essere ancora al lavoro. Bussiamo ad una vicina, perlomeno potremmo chiedere un elenco telefonico dove trovare il numero dello studio del nostro amico. Dopo un pò ci apre una anziana signora, con aria molto circospetta ci scruta dalla testa ai piedi, "ca veè?". Le spieghiamo che stiamo cercando la coppia del primo piano. "Entrate, entrate subito, in strada è pericoloso, lo volete un caffè?, io non apro più a nessuno, ma voi si vede che siete delle brave persone, qua ogni momento bussa qualcuno che vuole il voto."
Telefoniamo al nostro amico in ufficio: "Oh, siete arrivati, arriviamo subito, ho staccato il cellulare, è un continuo di gente che mi chiama per il voto. Nel mio palazzo quattro famiglie su sei votanti hanno un candidato, metà dei miei compagni del liceo sono in una qualche lista, amici, conoscenti, amici dei conoscenti, chiunque ti chiama o ti scrive o ti chatta o ti ferma per strada e attacca sillogismi e parafrasi contorte per convincerti a dare il voto a quel tale, roba che la per là pensi ok, ci può stare, poi ci rifletti a mente ferma un secondo e ti rendi conto di quanto siano campate in aria e in completa contraddizione con la sua e tua e vostra storia passata recente e futura. Se apri facebook al posto delle facce trovi le preferenze, pensa che pure il mio blog preferito ha fatto una lista sua, l'ha chiamata "il cane che dorme" e il capolista si arrampica sui campanili!"



CITTA' Y

Un weekend lungo di fine aprile, con la primavera che sboccia e le giornate che cominciano ad allungarsi, è l'ideale per una gita fuori porta con la propria morosa.
Io e Antonella giungiamo in città dopo sei ore di viaggio. Scesi dall'auto avvertiamo il bisogno fisico di muovere gli arti inferiori. Non prendiamo neanche le borse e ci addentriamo per i vicoli e per il corso della cittadina a piedi tra strani indigeni rigorosamente con foulard e in bicicletta. 
La prima cosa che ci colpisce girando per le vie del centro è che non ci sono manifesti elettorali.
Questo pannello in truciolato sarebbe l'ideale per manifesti abusivi. E questo muro.



  
E questo.
questo si dai! quelle strisce bianche indicano che un tempo ce ne erano. 


e pure qui.


dietro e su quei cassonetti? 


su quello spazio bianco di fianco agli annunci mortuari? 


Vicino ai cessi pubblici? 

di fianco a quel negozio.


su quella parete grigia.  
 Qui. 
lì.
Eccone uno, ah no è solo la pubblicità di un'edicola con valentino rossi.
Oh ecco un vicolo con spazio per la pubblicità, qui ci saranno sicuramente dei manifesti di politici. 
niente, 

niente anche qui.
oh finalmente almeno una bandiera.                                                                      



Ok, ho capito è perché siamo in centro, qui ci sono solo turisti e i cartelli non servono, i turisti non portano voti, bisogna andare in periferia dove vive il popolo votante. 
zona stadio, nulla, solo pubblicità di cinema e telefonini.
Andiamo più in periferia, zona sud, eccolo lì nell'erba a bordo strada, uauh! 
Troppo poco ci deve essere di più, zona nord, guarda guarda bene sotto gli alberi dietro quei cartelloni, finalmente qualcosa si muove.
 

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