19/12/11

Sulla “Mandragolacarpazica”-Mulino Pacifico 17-18 dicembre

Spiacente di non aver pubblicato prima la recensione dello spettacolo andato in scena al Mulino Pacifico sabato e domenica scorsi, intendo rimediare con un piccolo appello. La Solot con impegno e fatica quotidiani cerca di rendere migliore la vivibilità della provincia, si è inserita a pieno nel tessuto sociale della città, favorendo la crescita culturale, con la scuola di teatro, con le iniziative culturali, con la collaborazione di altri operatori aprendo il ventaglio di proposte ad altri ambiti...Lo spettacolo, che ha meritato a pieno il plauso di critica e pubblico, si è concluso con l'appello di Michelangelo Fetto, deluso dalla scarsa attenzione della stampa locale, almeno per la prima...voglio quindi raccogliere il suo appello e consigliare vivamente di non perdere gli altri appuntamenti della stagione: Romeo e Giulietta non sono morti (6 gennaio), Barbablù (20 gennaio), Memoria (27 gennaio), Christopher Francis Boone (25 febbraio), Disturbi di memoria (4 marzo), Festa di Primavera (17 marzo). Per il primo spettacolo, produzione Solot, regia Rosario Giglio, in scena Michelangelo Fetto, nei panni di un riuscitissimo messer Nicia, Tonino Intorcia camaleontico Callimaco, Rosario Giglio, un ottimo Ligurio, Lisa Falzarano credibilissima Sostrata partenopea, Loretta Palo, compita Lucrezia, Pino Carbone, Fra Timoteo e Francesca De Nicolais, voce narrante e alter ego di Ligurio, in un'interpretazione veramente mirabile. Hanno contribuito Paola Fetto per l’organizzazione dell’evento, Daniela Donatiello per la scenografia e i costumi, Concetta Affannoso Amicolo per la vice regia e non ultimi tutti i tecnici, per la riuscita di questo spettacolo di cui Giglio è anche autore insieme a Franco Cossu. Un'esilerante versione della commedia cinquecentesca, che nulla leva al testo originale ma tutt'al più aggiunge a cominciare dal titolo “La Mandragolacarpazica”. I tempi cambiano e la mandragola non basterebbe da sola come antidoto ai sensi di colpa per il raggiungimento dei propri desideri ed ecco allora, come nel calderone di metà spettacolo in cui si prepara la pozione magica, sul palcoscenico si alternano lingue diverse, impasti di passato e di presente, divertentissime gag. Il risultato finale è uno spettacolo tutto da godere che con una scenografia semplice e funzionale riesce a rappresentare i luoghi diversi della commedia e ad alternare in scena tutti gli interpreti, che non perdono un colpo e tengono altissima la concentrazione del pubblico, che si scioglie in scroscianti risate dall'inizio alla fine e non resiste alla tentazione di applaudire tra una scena e l'altra. Un vero successo che serve a ricordarci che il teatro non è solo intrattenimento ma motivo di riflessione sul valore stesso del fare teatro. La Solot ce lo ricorda da ben 25 anni e merita per questo tutta la nostra attenzione.
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