10/06/12

Viaggio in Argentina: sorprese e cliché


Ci sono luoghi comuni fatti per essere sfatati, altri che sono talmente veri che non possono in alcun modo essere confutati. Prima di partire mi avevano raccontato molte cose, gran parte delle quali molto lontane dalla verità. La leggenda più comune vuole l'Argentina terra caotica e piena di insidie, ma la prima idea da abbandonare è proprio quella di un chiassoso e pericoloso Sudamerica. Se c'è un posto in cui non ho mai ma proprio mai avuto paura è stato proprio questo. E poi ho trovato tutto così ordinato e disciplinato tanto da rimanerne sconvolta! Anche la capitale è piena di posti rilassanti: il giardino giapponese, i parchi di Palermo, Puerto Madero. Silenzio, pace, bellezza. Per non parlare della cortesia e disponibilità delle persone (ecco questo è un luogo comune verissimo), tutti super rilassati che ti mettono una tranquillità addosso che è difficile far comprendere. Soprattutto a Còrdoba, finanche i cani randagi, tantissimi e di cui è risaputa la mia fobia, sono placidi come agnellini. E poi è una città giovane, c'è progettualità e fiducia nel nuovo, come credo in tutta l'Argentina. Forse ci vuole quello che manca all'Italia, giovani da inserire in tutti i campi e donne al potere. Mi sembra che si viva davvero molto meglio di noi ma forse è molto facile di questi tempi e comunque l'Italia è un altro discorso e lo lasciamo ad altre pagine.
Tornando a noi...Leggevo in uno scritto di Borges che passeggiando nelle città argentine di domenica mattina non vi è altra traccia di presenza se non l'odore di asado che proviene dalle case. Nella sempre affollata e dinamica Còrdoba la domenica è proprio come lui me l'aveva raccontata, silenziosa e impregnata dell'odore della carne alla brace. Così come il pomeriggio seduta al parco vicino al lago di Alta Gracia, ero attorniata da famiglie intere che bevevano mate.
Alta Gracia è una cittadina della provincia di Còrdoba, famosa perché vi abitò il Che (la casa è oggi adibita a museo). Sostanzialmente una zona residenziale che ora attira soprattutto un altro tipo di fedeli, pare infatti che un paio d'anni fa sia apparsa la Madonna di Lourdes! Qualsiasi sia il motivo si respira una bella atmosfera così come a Còrdoba nonostante non sia una città granché bella dal punto di vista estetico (tolto qualche tratto più storico è un po' un'accozzaglia di stili come ho già detto altrove). Però ti conquista, inizi a desiderare di percorrere in lungo e in largo le sue strade pedonali. Lasciata la provincia di Còrdoba sono arrivata a Buenos Aires...di cui sarà difficile poter raccontare tutto in poche righe. Come da cliché - ma quant'è vero - bisogna lasciarsi trasportare dalla città come in un tango. Bisogna perdersi, camminare quadra per quadra e attraversare San Telmo, El Caminito, Palermo, Recoleta, Puerto Madero. E ti trovi all'improvviso nel bel mezzo di una manifestazione, la tipica cacerolada (fanno rumore con pentole e mestoli) o di un concerto gratuito di un notissimo gruppo (che tu chiaramente non conosci) o di una qualsiasi altra sorprendente scoperta.
L'ultima sera hanno tentato di rubarmi i soldi dalla borsa, è vero, ma ero con la mia amica argentina che pensavano fosse una donnina delicata ed invece ha il miglior destro della provincia di Buenos Aires e così mi ha messo k.o. la rapinatrice! Furto sventato possiamo concludere i miei giorni argentini con un immancabile tango. Andiamo alla Confiteria Ideal, un posto che sembra il titanic sommerso con ancora i suoi passeggeri dentro...il mio maestro di tango ha tipo 1000 anni ma proprio per questo è tutto così surreale e divertente.
...Per la prima volta mi sembra che le parole non riescano a raccontare davvero quanto questo viaggio mi ha mostrato un altro mondo, un altro modo di vivere, con la gente più bella che abbia mai incontrato. È ancora il Nuovomondo e noi la Vecchia Europa...e forse sarà sempre così.















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