Noto con piacere che il collettivo WAND, organizzatore dell'evento insieme ad altre associazioni, riesce con grande equilibrio e pacatezza a non farsi trascinare in discussioni provocatorie, riuscendo quasi sempre a restare nel solco di una sereno confronto tra idee, consapevoli che il tema è divisivo.
Quando le argomentazioni di chi è in totale disaccordo con una manifestazione come il PRIDE sono ideologiche, esasperate e addirittura comiche, mi preoccupano poco. Mi risulta molto più difficile non inquietarmi quando tali argomentazioni si ammantano di serietà esvelano una più generale distorsione di concetti elementari con la Democrazia.
Un rappresentante delle istituzioni, il consigliere comunale Roberto Capezzone, per esempio, nella sua leggittima contrapposizione al Gay Pride, ha affidato ad una nota stampa il suo pensiero.
Ora, al di là del giudizio sulla fondatezza della sua denuncia, mi ha molto colpito la frase inserita a conclusione della nota:
«[...]Per quanto mi riguarda esprimo solidarietà a chi dissente dalla celebrazione di una simile manifestazione che [...] resta espressione di pochi per colpire la sensilibità, i valori e i diritti di molti».
Ho sempre pensato che la Democrazia si caratterizza per la difesa delle minoranze, dove la libertà di espressione di "pochi" deve sempre essere considerata una cosa sanae naturale, e mai un dispetto alla "sensilibità, i valori e i diritti di molti".
Basta questo per farmi dire grazie al Gay Pride, perché fin quando potrà esistere e sfilare per le strade liberamente, vorrà dire che siamo liberi tutti.
(zib)
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