Centocinquanta anni fa, tra la fine di settembre e i primi di ottobre del 1658, a Roma viene arrestata una certa Girolama Siciliana con sue quattro amiche; dal febbraio dell´anno prima hanno venduto acqua distillata con arsenico alle donne romane che volevano uccidere il marito. La spacciavano come "acqua che lava le macchie", battezzandola come salutare "manna di san Nicola"; sarà chiamata "acqua tofana", prendendo nome dalla matrigna della Girolama, Giulia Toffana, che è la "mente" della banda, ma peraltro morta. E con le cinque sono arrestate 46 donne avvelenatrici di mariti.
La scoperta di questa attività criminale si è verificata grazie al pentimento di una donna che ha usato il veleno per uccidere il proprio marito e si è poi confessata, essendo convinta dal sacerdote, sotto garanzia di impunità, di rivelare alle Giustizie la trama delittuosa per evitare che la strage continui. E il Bargello convince sua moglie, la signora Loreti, che vive a Firenze, e quindi non è conosciuta dai Romani, a venire a Roma e prestarsi alla "trappola" in cui far cadere una delle fornitrici del veleno.Alloggiata in una casa sfarzosa ai Monti, la Loreti diventa popolarmente la marchesa Romanini, e si reca più volte a casa di una delle donne indicate dalla uxoricida pentita, tale Giovanna De Grandis detta "Astroliga" per la sua camuffata attività.
La consulta più volte come astrologa, ma un giorno, entrata in confidenza con lei, le richiede la "manna di san Nicola" per eliminare suo marito, proponendole una grossa somma di denaro. La De Grandis è subito convinta dall´abbondante denaro e fissa un appuntamento per il giorno dopo nel palazzo della marchesa per la consegna della pozione. E´ ricevuta nel salotto, ma nel momento in cui avviene tra le due donne lo scambio del denaro e della pozione, da dietro le tende sbucano due sbirri e un notaio. E´ tardi per capire l´inganno e la De Grandis viene arrestata. Messa sotto tortura nel Bargello, la falsa "Astroliga" fa il nome delle altre quattro, la Girolama, Maria Spinola, Graziosa Farina e Laura Crispolti, nonché delle clienti. E così si arriva all´arresto. Sono condannate tutte e 5 alla forca, mentre le 46 mogli finiscono murate nel carcere dell´Inquisizione. E le condanne sono firmate personalmente dal papa Alessandro VII Chigi. L´esecuzione delle impiccagioni avviene il sabato 5 luglio del 1659 a Campo de´ Fiori.
1 commento:
brrr..paura!
: S
ma allora forse non sei una semplice zingarella!
: D
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