07/03/09

arte vs politica

c'è un quesito di fondo, a mio parere, al quale bisogna pensare ragionando sul rapporto tra politica e cultura: chi delle due guida l'altra?
intendo dire, chi delle due DEVE guidare l'altra?
io credo che una politica alta sia quella capace di affidare alla cultura il compito di immaginare quale cammino intraprendere, per poi gestire gli aspetti "pratici" delle scelte strategiche. questa gerarchia oggi non è quasi mai rispettata, ed abbiamo situazioni paradossali, (ai miei occhi) quali ad esempio, un assessore alla cultura (il vicesindaco Del Vecchio) che in occasione di una polemica sollevata da Mimmo Paladino sull'iniziativa Muralia, si lanciò nel poco pertinente ruolo di intellettuale, prima che di politico. eh si, perchè occorre ricordarlo, il politico è una cosa, l'artista, l'intellettuale ne è un'altra, se non si ha chiaro questo non se ne viene a capo.
dite di no? cosa direste di un politico che ribatte ad un medico di chiara fama sullo stato della scienza medica? o sulle giuste terapie da adottare? ad ognuno il suo!
io sogno di vivere in un contesto sociale e culturale che non sia alla affannosa ricerca di patrocini o supporti alle proprie iniziative culturali da parte della politica: essa non cerca altro che il controllo dei fondi, con sbiadito e ondivago interesse verso il senso dell'operare nella cultura come forma di sviluppo morale e civile. sono numerosi gli esempi che raccontano che quando la cultura riesce ad esprimersi libera da vincoli o favoristismi, la politica (ovvero il Potere) ne beneficia molto di più di quando, al contrario, ha un atteggiamento egocentrico e asfissiante. la firenze del rinascimento quanto deve agli artisti? e quanto ai politici? certo deve molto ad entrambi, ma l'arte secondo me deve essere la mente e politica il braccio. faccio questa riflessione perchè sono spesso deluso da una debolezza della cultura che ha così gonfiato il petto alla politica: il museo Arcos, è figlio della politica, 4notti è figlia della politica, cittàspettacolo è figlia della politica... e si sono dimostrate tutte iniziative culturalmente fragili, deboli ed estemporanee. gli intellettuali, o quelli che si dichiarono "operatori culturali" non si annoiano a gestire soltanto i budget? non hanno volglia di affermare idee, principi e utopie? perchè si beano di essere direttori artistici e non cercano di essere dei maestri?
alle arti!
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2 commenti:

cipis ha detto...

Fine ultimo della politica è lo sviluppo del Paese. Risultato di difficile concretizzazione senza una efficace "politica culturale", nella quale dovrebbero essere ben chiari i limiti delle competenze di ciascun operatore sociale. Questo in teoria. Il punto è capire quale sia lo scopo della politica attuale...
Mi associo alla chiamata alle arti!

Isabella s.p.a. ha detto...

il problema è che la politica utilizza la cultura e quindi l'arte in tutte le sue forme per esaltare la propria grandezza. Lo facevano i re, lo facevano i papi, i nobiluomini, le grandi famiglie aristocratiche, i ministri illumati...se l'arte fa grande uno stato, le manifestazioni culturali diventavano simbolo di una certa potenza. Che i politici facciano costruire piazze, palazzi, musei,organizzino festival di musica o letteratura per affermare visivamente il loro potere, alla fine è naturale e alla fine ci può pure stare, ma piuttosto è impensabile e, anche stupido e controproducente, che questi politici non si rivolgano agli specialisti del settore, agli intellettuali, ai filosofi, a chi lavora in questi campiper la costruzione/gestione/organizzazione di tali momenti.
Ridicolo è che intervengano poi loro stessi nei dibattiti e dico ridicolo, nn perchè siano politici, ma perchè effettivamente non hanno le competenze. Se si parla di fisica quantistica io sto zitta perchè non ne so niente.ma niente di niente.
A proposito della Firenze del Cinquecento,MAchiavelli scriveva che il Principe dovesse essere insieme "la golpe e il lione", forte come un leone e insieme astuto come una volpe.
Sarebbe bello se questa classe dirigente che tanto vuole sembrare "lione", fosse per una volta astuta, ovvero intelligente, affidando le loro imprese a chi realmente se ne intende.
Soprattutto poi in un periodi di crisi economica come quello in cui stiamo vivendo, non si può puntare ancora sui cavalli sbagliati.

ma questo lo scrivo in un altro post perchè è troppo lungo.

Cmq io ci sto.
Aux arT moi citizen!