18/03/09

Berlino. Verticalità ed orizzontalità.

Da pochi giorni sono rientrato da Berlino e ora trovo il tempo per scrivere una riflessione sulla città.

Vorrei soffermarmi sulla verticalità e sulla orizzontalità della città e sostenere che mentre le superfici verticali, quelle dei degli edifici, esprimono una generale tendenza alla razionalità, alla ripetizione modulare e ad un estetica minimale, ripetitiva e in un certo senso rassicurante; gli spazi orizzontali, quelli delle strade, delle piazze, delle piante degli edifici, sembrano essere più irregolari, imprevedibili, alle volte spiazzanti..

Due esperienze molto differenti degli stessi luoghi, la cui percezione viene sollecitata in modi differenti: percezione ottica per le superfici verticali e percezione tattica (muovendo il corpo nello spazio) per le superfici orizzontali.


Ancora una volta ho trovato molto utile il grande Walter Benjamin di Angelus Novus:


“Per Benjamin si fruisce dell’architettura in duplice modo, attraverso l’uso e attraverso la percezione: in modo tattico o in modo ottico. Nei confronti dell’architettura l’abitudine determina la ricezione ottica, così questa viene subordinata all’occasionalità. Ma la ricezione distratta non è una forma riduttiva rispetto alla ricezione “impegnata”, è un’appropriazione dell’oggetto qualitativamente diversa, e se la distrazione nei confronti di un quadro o di una scultura è mancanza, nell’architettura la ricezione distratta non è sottrazione estetica, essa è propria del rapporto intimo e originario dell’architettura con l’uomo. L’architettura non può essere un oggetto contemplabile senza un contesto, anzi non può essere un oggetto contemplabile solo visivamente, non può essere solo bella forma o prospetto perché altrimenti non sarebbe più architettura ma diverrebbe sottospecie della plastica. Essa va vissuta e compresa e misurata, mai sospesa dal suo tempo e dal suo contesto.”
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3 commenti:

Isabella s.p.a. ha detto...

che bella l'idea della ricezione distratta!
oh quel Walter Benjamin.....

Anonimo ha detto...

ottimi spunti su cui riflettere...

Direi che quelli che tu definisci spazi orizzontali sono i luoghi, all'interno di un tessuto urbano, che più risentono del vivere relazionale,casuale e, più in generale, dell'azione tattica dei soggetti metropolitani.
I luoghi verticali sono frutto,invece, di una pianificazione strategica e razionale(nonchè di una committenza) volta ad ostentare e mettere in scena il valore simbolico della metropoli attraverso una fantasmagoria di edifici, strutture e forme.
Quello che hai constatato, andando a Berlino, è proprio quell'intreccio, e a volte confusione, tra stili, linguaggi e soluzioni formali eterogenee, frutto di infinite stratificazioni, tipiche delle città contemporanee.

Lorenzo ha detto...

Vi faccio i miei complimenti, ottime osservazioni. Mi fate sentire un ignorante :)