Titolo: Il mio amico Eric (di Ken Loach)
Sottotitolo: Lo cantava pure Venditti
Ci vorrebbe un amicoooo… nanananananaaaahhhh… d’altronde, se veleggi sciancatamente verso la terza età fregandoti a man bassa l’erba del tuo ingrato figliastro, se l’unica donna decente che ti è capitata nella vita l’hai scaricata da trent’anni perché soffrivi di attacchi di panico (???), se in casa il prolame ti preferisce film porno e cafagnissimi gangster autoctoni, beh, si finisce sì a piangere sulla spalla del primo poster appiccicato in cameretta (ma a cinquant’anni, Bishop…!)… E tieccheti allora Monsieur Eric Cantona, uno dei più celebri attaccabrighe della storia del pallone, appurparti di aforistiche stordaggini per ricondurti sulla retta via (quella che porta allo stadio, of course!) - che poi, si sa, “la felicità è dietro l’angolo” e in Britannia, mica South of Italy, le Poste, il proletariato e lamicizia spaccano sempre.
SinteticaMente: “Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine” (Ipse Cantona-ta dixit).
Consigliato: ai tifosi, ai periferici e a Capitan Findus.
Titolo: La prima cosa bella (di Paolo Virzì)
Sottotitolo: Io, mammeta e Nicola Di Bari
Altro giro, altra canna. Qui, a baloccarsi con filtri e cartine, è un triste ma triste veramente professore d’Alberghiero, con la faccia di Mastandrea e il complesso di Edipo, la fidanzata Pollyanna che non si fa lasciare neanche davanti al più vieto dei “sei troppo migliore di me ma davero” e la sorella che nell’alcova fa un po’ lascia un po’ raddoppia, il nipote emo inutile che infatti -echecca…. “perprincipiononusodroghe”, il cognato vigile urbano logorroico (palese parente di Peppino De Lorenzo) e la mamma bellissima e sciroccata, cò pure il figlio segreto, tipo film di Amedeo Nazzari… Dice che a Livorno le famiglie usa un po’ così, fra canzoni teribili e zie bigottone, elezioni di Miss Sedia a Sdraio e precariato sessualmente ricattabile (ma pure nei ’70?!), uomini che il meglio è il vicino di casa con la mamma a riporto e compagni di scuola nazisnobb… Oh Sigmund però, sai che ti dico? Siamo tanti e tutti matti, quasi quasi volemose bene!
SinteticaMente: Virzì torna sul luogo del delitto e il notaio ha da vergare: è lui, signori e signore, l’erede della commedia all’italiana.
Consigliato: a figli e figliastri, über alles.
Titolo: Francesca (di Bobby Paunescu)
Sottotitolo: Griselle vague
E’ salito agli onori delle cronache per gli epiteti rivolti a glorie nostrane, quali Mussolini e Tosi, ma il film di Paunescu va ben oltre nel raccontare la Romania del Duemila e il suo rapporto con l’Italia: nel seguire le vicissitudini di Francesca, maestra trentenne determinata a lasciare il suo Paese per realizzare un sogno nobile, la cinepresa non tralascia dettaglio alcuno di una quotidianità sconcertante, che la protagonista stessa non aveva ancora dovuto fronteggiare con tanta durezza. E fra mazzette e criminalità, pedaggi ambigui e sciorinarsi di luoghi comuni (sul destino che attende una donna dell’Est dall’altra parte dell’invisibile muro), la distanza fra “noi e loro” appare sotto più aspetti evanescente -tanto quanto ecumenici sono, come dimostra il finale, i guasti della natura umana.
SinteticaMente: una bella conferma alla validità del nuovo corso cinematografico dell’Europa orientale.
Consigliato: a chi i rumeni li chiama “extracomunitari”.
3 commenti:
brava figui!
mi piace la versione stringata. è più incisiva.
infatti molto bello...poi in carrellata! Mi piacque proprio! Brava brava!!!!
si, si.. la formula pocket ci piace!
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