23/01/10

vegetable G @ morgana



E’ un ritorno al Morgana quello del trio barese Vegetable G, dopo il bel concerto dello scorso anno come promesso i tre “alieni vegetali” ci portano il nuovo album dal titolo “Calvino”, lavoro che che attinge a piene mani da “Le cosmicomiche” di Italo Calvino.
Dopo la teoria della discendenza aliena, la band capitanata da Giorgio Spada torna con un album ispirato dal più grande ma anche il più “piccolo” osservatore delle “meccaniche celesti” nella nostra letteratura, Italo Calvino, il quale ha affrontato temi, attraverso i suoi racconti de “Le cosmicomiche”, molto cari al trio “vegetale”. Decisamente più fantasiosi e fantastici, i Vegetable G attingono a piene mani da un sound anni ’70. Le atmosfere celesti e celestiali della band si intrecciano a parsimonie elettroniche, diluendo il loro sound grumoso in una ben più liquida (o meglio gassosa) miscela sonora. Ne sono la prova le incursioni elettroniche di “Arcade Lovers”, figlia di riff acidi di chitarra inquinati da beep nipoti dei videogame anni ‘80. Spaziali, manco a dirlo. Dalla sognante pseudo title-track “Calvino” si passa ad “American Lessons”, racchiusa in un involucro dolcissimo disteso su un tappeto di chitarre fittissime, come le stelle della Via Lattea. La genialata? L’inserimento di un pezzo dell’Inno di Mameli. “Electric Show” si apre con chitarre grezze come meteoriti che s’infrangono su coretti melange alla Blur. Ancora la quiete dopo la tempesta magnetica, arriva “Satellite Tune”, un carillon che ha la stessa melodia della nascita dell’universo. Un dolce fischiettio che ci riporta indietro al Grande Utero Materno. Le teorie di Freud allargate all’infinito. Si batte quasi il piedino con “Space Forms” (io ci vedrei benissimo un remix con bassi iperpompati) mentre “Starchild” lascia il posto a “Saucerman” altro brano delicatissimo e affascinante. Si balla anche su “BW” che sa di Baustelle, alla quale presta la voce Enzo Moretto (come in “American lessons”) degli A Toys Orchestra. Chiude “Xclock”: l’universo si accende. Scatta l’ora X. Ha inizio il Big Bang. “Calvino” è un disco strabiliante, di più facile ascolto rispetto a “Genealogy”, meno corposo ma più lucente, più elastico e sognante. Un monologo che narra di tre personaggi alieni sul punto iniziale della grande esplosione.
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