02/02/10

I viaggi di Penelope/Austria #2

Tiriamo le somme...Salisburgo è stata un po' come la città del film di Bill Murray, Il giorno della marmotta, ve lo ricordate? Dove lui vive ogni giorno lo stesso giorno per non ricordo quanto tempo. Può essere letta come la solita commedia all'americana con la storia d'amore, il personaggio negativo che capisce il vero significato della vita e l'immancabile lieto fine. Ma è anche un film sulle piccole cose, sulle città in cui sembra non esistere altro se non la cosa più importante: una piccola comunità di cui potersi sentire parte. Non sarà un grande film d'accordo ma ha fatto parte dei miei primi anni di formazione! Cmq...Salisburgo è questa, sembra che tutto sia sempre uguale ma credo che a lungo possa riservare la bellezza delle piccole cittadine, quel sentirsi qualcuno in uno spazio definito e definibile. E su tutto il rumore assordante del bianco...bellissimo. E poi dopo un viaggio infinito in macchina su strade ghiacciate e tra tempeste di neve sono ritornata da Salisburgo a Vienna, che mi ha svelato l'altra faccia. Ero, a differenza dei primi giorni, in un albergo tristissimo di una squallida periferia e tutto si è un po' trasformato e deformato...ma continuo a credere nella magia della città, solo che è stato più difficile coglierla, anche per una serie di eventi contingenti! L'Austria-ha scritto Claudio Magris- è il paese della mancanza, dell'inesistenza del fondamento. Su quel vuoto le parole si intrecciano eleganti e acrobatiche, avvolgenti e incessanti in una girandola senza fine. Non so perché l'abbia scritto ma glielo chiederò! Usa immagini che la prendono a pieno, ma che assimilerei ad altro: ciò che si intreccia in modo elegante ed acrobatico sono i paesaggi naturali e le architetture costruite dall'uomo, avvolgente è l'aria che si respira, incessanti le strade che si aprono su altre strade. Quando pensavo di aver visto tutto ormai a Vienna, mi ritrovavo poi su una strada ancora mai vista e dà lì finivo in un'altra sconosciuta e così incessantemente (vabbè lo so questo è di tutte le città!) e mi sono ritrovata in posti in cui sembrava non bastarmi la percezione normale dei miei sensi! Tutto sembra una girandola colorata come quelle che prima si vedevano sui balconi molto più spesso di adesso. Ogni volta che parto scelgo un libro che mi faccia da guida letteraria, questa volta di romanzi ambientati a Salisburgo non ho trovato nulla e la mia memoria conservava solo il film Tutti insieme appasionatamente! Per quanto riguarda Vienna avevo già letto qualcosa, tra i nuovi c'era L'anello di Clarisse di Magris, che purtroppo non ho trovato ma ho scelto comunque l'autore triestino a farmi da guida. E ho scelto un libro che potrà accompagnarmi in tanti altri viaggi: L'infinito viaggiare. L'autore, contrario alle prefazioni, decide di farla per questo libro di racconti e bene ha fatto, perché ho ritrovato tanti miei pensieri in quella prefazione, sul viaggio in sé, sulla scrittura, e sulla vita in generale. E poi parte dal presupposto che scrivere e viaggiare sono un po' la stessa cosa. Si tratta di fare e disfare una valigia di ricordi, di scegliere su cosa soffermarsi, di tornare indietro o lasciarsi trasportare dal flusso. Percorrere una città è come percorrere una pagina: con un'andatura lenta o veloce, con maggiore o minore attenzione. Viaggiare significa fare i conti con la realtà ma anche con le sue alternative, con i suoi vuoti. Nel mio finito-non finito girovagare di città in città sono sicura di aver scelto di vivere qui, a Bn...e niente forse potrebbe convincermi a cambiare idea ora. Potrei partire per un po' ma è sempre qui che vorrei tornare, anche perché l'unica cosa che ho imparato, perché ho trovato assolutamente condivisibile dell'esame di filologia romanza (esperienza tremenda: rifiutavo talmente l'idea di doverlo fare che lo imparai prendendo appunti dalla mia compagna di studi mentre ripeteva!) è stata questa frase di Ottone da qualcosa (forse Oddone da Cluny): Ancora debole chi ha come patria la sua casa, fortunato colui che ha patria in tutto il mondo, ormai forte chi si sente in esilio in tutto il mondo.
Volevo tirare le somme di Salisburgo e Vienna e mi sono lasciata prendere da altri discorsi...ma come ho detto la scrittura è un viaggio e come in ogni viaggio è bello poter tornare e fermarsi per un po' dove ci sono le cose più importanti, quelle che calmano l'inquietudine di chi come me non smetterà mai di essere un'esule!

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3 commenti:

Lorenzo ha detto...

Abbiamo viaggiato anche noi con te...

Lala ha detto...

che bello...grazie!

Unknown ha detto...

Bello...