13/03/10

Padri costituenti e figli incostituzionali



Caso escort, scandalo Bertolaso, scudo fiscale, lodo Alfano, legittimo impedimento, caos liste Pdl con “decreto interpretativo” e in ultimo la palese violazione della libertà di stampa e abuso di potere negli interventi diretti di Silvio Berlusconi nei palinsesti dei Tg, e i tentativi ben riusciti di pilotare l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e trasformarla in una società a suo uso e consumo per eliminare qualsiasi residuo di trasmissione pluralista che non gli va giù. Cito solo una parte degli avvenimenti tutti accaduti in poco meno di un anno, meno di 365 giorni, pochi mesi. Questa è solo la conseguenza di un gigantesco conflitto di interessi che sta investendo in maniera preoccupante il nostro “Bel Paese” da anni e ne paghiamo sempre più le conseguenze. Berlusconi è riuscito in quasi due decadi a prendere le redini di tutti i canali mediatici, dalle tv all’editoria, dai giornali al fenomeno calcio che tanto piace agli italiani. Intanto l’Italia, ricordo ai tanti, non è un’azienda, non è un supermercato, ma anche se lo fosse avrebbe già cambiato insegna e dichiarato il fallimento. Si il fallimento. Perché la nazione in cui viviamo non tutela più i suoi cittadini. Il Governo dovrebbe essere rappresentanza del popolo e fare i suoi interessi, non gli interessi di chi si trova seduto dietro una scrivania. E quindi? Cosa ne facciamo del precariato? Delle scuole? Della ricerca scientifica? Dell’impossibilità di una generazione di fare figli? Di crescerli? Della corruzione? Del clientelismo? Degli extracomunitari? Degli operai? Della criminalità organizzata? Chi sta pensando a tutto questo?!

Solo internet, per ora, è ancora un luogo dove poter parlare, informarsi e formarsi. Ragazzi svegliamoci! E’ ora! Bisogna ripartire da qui: dal web. E’ l’unico luogo dove possiamo iniziare un nuovo discorso. La politica ci appartiene e non possiamo lasciarla diventare oligarchia. Ma il termine è poco adatto, perché secondo la definizione del vocabolario si tratta di “Governo di pochi”, perché allora non possiamo usare la parola dittatura? Vi copio il testo della definizione da Wikipedia:


La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo Stato. In senso lato, dittatura ha quindi il significato di predominio assoluto e perlopiù incontrastabile di chi o di un ristretto gruppo di persone detentore di un potere imposto con la forza. In questo senso la dittatura coincide spesso con l'autoritarismo e con il totalitarismo. Sua caratteristica è anche la negazione della libertà di espressione e di stampa. La dittatura è considerata il contrario della democrazia. Va inoltre detto che il dittatore può giungere al potere anche democraticamente e senza violenza.


Sottolineo l’ultima frase, fa venire i brividi. Ci stanno rincoglionendo. In 20 anni ci hanno abituato alle peggiori nefandezze. Oramai ci sembra normale che in una campagna elettorale l’elettore non abbia più la possibilità di essere informato sugli schieramenti e sui programmi di Governo, qualora ce ne fosse uno. Ci sembra normale si, siamo anestetizzati, quando ci dicono che bisogna velocizzare i processi. “Il processo breve”, certo, bel nome davvero. Peccato che la dicitura come disse qualcuno sarebbe meglio cambiarla in “Prescrizione certa”. Ci sembra normale che un partito razzista che auspica la secessione del Paese e non rispetta le diversità culturali ha il 10% di consensi. Ci sembra normale che un telegiornale tagli le notizie, parli di cuccioli di cane, gatto, elefante, topo, non manca più nessuno! Ci sembra normale che personaggi loschi travestiti da giornalisti facciano gli interessi di uno solo difedendolo a spada tratta anche a costo di perdere ogni briciolo di dignità o litri di lercio sudore come un losco Belpietro o avvocati difensori nella vita, nella tv e sui giornali come lo squallido Ghedini. Ci sembra normale che qualcuno voglia “riformare” la Costituzione. Si riformare, un termine dolce come dire “ammodernizzare”, un’altra presa in giro per evitare di dire una parola molto semplice: “cambiare”. Ritornando alla definizione di “dittatura” c’è quella frase: “non limitato da leggi e costituzioni”. Come vedete è esattamente l’ultimo passo di Berlusconi: cambiarle entrambe.

La Costituzione, quel testo unico sul quale hanno lasciato sangue e sudore e notti insonni giuristi, politici di destra, sinistra, centro, per decidere le regole a cui attenersi tutti, indistintamente. E la formularono bene, senza lasciare spazio a qualche nuovo personaggio con gli stivali, in un’Italia ridotta all’osso con un referendum che premiò di pochissimo la Repubblica al 54,3% contro il 45,7% per la Monarchia. Quindi un Paese che nonostante la guerra e le bombe ancora voleva per metà un monarca a comandare. Oggi non abbiamo uomini con gli stivali, ma un uomo in giacca e cravatta con la faccia finta e il potere vero. De Gasperi, appellandosi ai principi di laicità, pluralismo e lavoro, dopo l’approvazione in parlamento del testo della Costituzione Italiana dichiarò: “Il Governo ora, fatta la Costituzione, ha l'obbligo di attuarla e di farla applicare: ne prendiamo solenne impegno. Noi tutti però sappiamo, egregi colleghi, che le leggi non sono applicabili se, accanto alla forza strumentale che è in mano al Governo, non vi è la coscienza morale praticata nel costume”. Coscienza morale. Suona come una bestemmia oggi. Sono trascorsi più di 60 anni e già qualcuno cerca di farne carta straccia. Questo testo è l’unica garanzia che abbiamo, teniamocelo stretto e impegniamoci tutti.
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3 commenti:

mari ha detto...

..è aberrante quello che sta succedendo...ogni giorno una nuova notizia ci conferma l'impensabile, l'inimmaginabile e tutto grazie a un solo uomo, ma anche grazie a un paese che non riesce a reagire davvero...
grazie Lor per questo appello al risveglio di tutti noi.

Eduardo De Cunto ha detto...

qualche giorno fa grazia mise un link su facebook di guzzanti al caso scafroglia (quindi qualche anno fa)che,scherzando scherzando, diceva una cosa seria: il nostro è un paese dove se un dittatore non si mette il cappello da napoleone e non fa il passo dell'oca non viene preso sul serio.perchè non prendiamo berlusconi sul serio? c'è gente che si impegna, che lavora 20 ore al giorno per distruggere questo paese!

carmine ha detto...

evviva
sono d'accordo con l'incitamento al risveglio telematico.
D'altronde questo è anche un modo per intercettare le nuove generazioni.

carmine