Ero piccolo, quando, ossessionato dai rumori dei mezzi che lavoravano a poche centinaia di metri da casa, senza mai fermarsi, mi chiedevo cosa stessero facendo a quel povero fiumiciattolo che scorreva timidamente nel suo letto. Così come erano piccole tutte quelle persone che, anni addietro, sentivano già vociferare tra le vie del centro storico del paese (allora ancora abitato) che si sarebbe dovuta realizzare un’opera che avrebbe portato “ricchezza e posti di lavoro” per l’intero Alto Tammaro. Le solite parole utilizzate per giustificare opere, fatti e persone, in nome del Dio Lavoro e della Dea Ricchezza...anche perché di ricchezza, tranne qualche “mosca bianca”, non se n’è vista l’ombra. Diversa storia per i posti di lavoro, che si sono materializzati nel processo di realizzazione dell’opera, e sono chiaramente scomparsi ad opera conclusa, per poi ripresentarsi qualche anno fa con contratti a tempo determinato, per poche centinaia di euro al mese e per una manciata di persone (San Precario ha vinto anche qui).
Una capacità di 109.000.000 mc, divisa tra il comune di Campolattaro e il comune di Morcone, da tempo interessata da interrogativi da parte della comunità, da indagini, da appalti in chiaroscuro (e come direbbe Benigni “se queste notizie venissero confermate, ma io non ci credo figurati se è vero!”), da sempre al centro dell’attenzione, soprattutto perché non si è mai capito quale fosse l’utilità reale di tale bacino artificiale (attualmente utilizzato solo dal Wwf come “Oasi di Protezione” in seguito al protocollo d’intesa firmato qualche anno fa con la Provincia di Benevento).
Fino a quando tutto ciò? ... Beh, fino a quando un bel giorno di novembre, dopo una bella perturbazione che ha scaricato gratuitamente parecchi millimetri di acqua sulle nostre teste, veniamo a scoprire, tra l’incredulità di tutti, grandi e piccini, che la Diga di Campolattaro ha “salvato” la città di Benevento, e l’intera valle telesina, da una nuova catastrofe naturale, a modi esondazione del 1949 (così come ha dichiarato il Vice Presidente della Provincia Barbieri a “Ilquaderno.it”) .
E’ come se ci fossimo liberati da un peso sullo stomaco, costituito da un’opera realizzata su un’ampia area ad alta vocazione agricola per i terreni fertili che vi si trovavano, e naturalistica (ricordo quando d’estate andavamo a fare i bagni in posti da favola, belli quanto quelli oggi frequentatissimi che si trovano nel territorio di Sassinoro), che ha anche portato ad una vera e propria diaspora verso altre terre, fuori regione, o addirittura all'estero.
All’alba di nuove conferenze stampa, aspettando che si concretizzino i nuovi progetti (tipo quello per la produzione di energia idroelettrica), e visto che “l’ottimismo è il profumo della vita”, almeno oggi siamo ottimisti e pensiamo che finalmente, dopo tanti fiumi di parole, la diga di Campolattaro è servita a qualcosa!!!
Foto 1: L'invaso prima del maltempo. Versante morconese.
Foto 2: L'invaso a ridosso della diga, prima del maltempo.
Foto 3: Vista dell'invaso dopo il maltempo.
3 commenti:
grosso esordio!
ho creato un mostro aahahah... simó sapevo che mi avresti dato grandi soddisfazioni!
qui si ruba il mestiere alla Gabanelli, mi sembra un pò "la buona notizia" di Report!
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