Il vero viaggio è iniziato la sera prima di partire, quando alla notizia che io e Cleliuccia avremmo accompagnato Enrico a Milano per la serata con Giuliano Dottori al Magnolia, tutti i nostri comuni amici hanno iniziato a complimentarsi per l’eroico gesto di amicizia e si sono trasformati in esperti book maker sull’orario di arrivo, tra i quali il più accreditato era alle 2 di notte.
Già perché Enrico è notoriamente famoso per la sua proverbiale “prudenza” al volante, oltre che per la sua particolare concezione del tempo e dello spazio, così come sarebbero normalmente intesi dall’uomo medio. Ma nessuno di noi tre viaggiatori è un essere umano medio e soprattutto i nostri amici sottovalutavano il fatto che sia io che Enrico siamo Gemelli ascendente Bilancia, nonché che io sia figlia di un Gemelli ascendente Bilancia, conosco le chiavi per riportare a terra la nostra anima così astratta, per cui metto in discussione il palinsesto delle scommesse sull’arrivo introducendo nel viaggio uno strumento magico che farà volare Enrico come un vero pilota, portandoci a destinazione in meno di 8 ore: il navigatore, che Enrico ha ribattezzato Flora.
Noi continuavamo a non tener conto di tempo e spazio, ma Flora si, e quando ci segnalava che il tempo di arrivo previsto si era spostato di qualche minuto, lo facevo notare a Enrico, che faceva di tutto per riguadagnare terreno, indispettendosi nei confronti di Flora alla quale spesso si rivolgeva esortandola a non fare troppo la primaverile!
Quando Piergiorgio mi ha affidato il grato e ingrato compito di scrivere questo diario di viaggio non sapevo davvero a cosa sarei andata incontro, perché, come tutti i suoi veri amici sanno, un viaggio con Enrico diventa un viaggio nel viaggio, ogni angolo di cielo e di terra diventano luoghi magici, storici, cosmici, ogni suono può diventare sciamanico, ogni viso quello di un angelo o di un demone.
La prima tappa è infatti la leonessa di Cerreto Sannita, una rupe calcarea che ha il profilo appunto di una leonessa e che raccoglie nel suo ventre una grotta abitata nel neolitico, dove il Nostro mitico eroe si reca con Il Cielo di Bagdad per fare delle foto per il nuovo disco in uscita.
Nel tragitto verso Cerreto, dopo aver benedetto il nostro viaggio e decretato che si svolgerà sotto la protezione degli angeli con l’approvazione di Clelia ed Enrico, decido di iniziare già a scrivere sulla mia moleskine, quindi mi appresto a chiedere la data ad Enri per accertarmi del tempo in cui lui avrebbe scelto di viaggiare, dato che l’ultima volta mi aveva risposto 1011 al posto di 2011!
E in effetti il nostro è anche un viaggio indietro nel tempo. Per fortuna comunque lui mi risponde 12 febbraio 2011 e così comincio a fargli domande sulla sua vita, su Milano e vien fuori che il suo primo autografo lo firmò a 14 anni a una 13enne di Milano dopo aver suonato con un gruppo a Ginestra degli Schiavoni e quando cerco di spiegargli cosa si celava dietro la richiesta dell’autografo, rimane abbastanza interdetto tra le risate di Clelia e Giulio che assistono alle nostre conversazioni come ad una sit-com. All’arrivo alla leonessa, che Enrico ricollega all’enigma della sfinge o di Iside, dopo quasi 2 km a piedi in salita per raggiungere la grotta, scopriamo che quel luogo incantato era stato secondo la leggenda luogo di ritrovo per demoni e streghe e la grotta era poi stata trasformata in una cappella dedicata agli angeli e in particolare all’arcangelo Michele. Da qui in poi gli angeli da me nominati all’inizio del viaggio, non ci abbandoneranno mai, aprendoci tutte le strade, facendoci trovare parcheggi improbabili, circostanze sempre favorevoli e amici insperati e dandoci vari segni della loro protezione.
Dopo le foto, Enrico preleva un masso da quel luogo magico, salutiamo il Cielo e partiamo finalmente alla volta di Milano… come riassumervi quelle 7 ore di viaggio di musica e parole?
Dopo aver convinto Enrico a mettere il navigatore (“Claudia, ma quale navigatore? Tu qua hai un pirata della strada!”) iniziamo a percorrere questi 800 km lungo i meravigliosi paesaggi di tutta la nostra Italia, dalle leggende sulla Leonessa ci ricolleghiamo al velo di Iside e quindi iniziamo a parlare del potere delle illusioni di cui l’uomo cade facilmente preda, come anche delle passioni che spesso noi scambiamo per amore.
“Ma come fa l’uomo a sottrarsi al potere ineluttabile delle illusioni?” Gli chiedo.
“Come nei discepoli di Sais, il discepolo sollevò il velo di Iside e cosa vide? Meraviglia delle meraviglie vide sé stesso!” mi risponde come sempre per citazioni lui e poi “la ricetta per sottrarsi alle illusioni consiste nel credere nei sogni” aggiunge.
“Sono d’accordo-ribatto io- ma il fascino delle illusioni sta proprio nel fatto che spesso si confondono coi sogni… come facciamo a distinguere il sogno dall’illusione?”
Lui ovviamente non ha dubbi: “L’illusione la si subisce, il sogno richiede volontà. Compagna dell’illusione è la delusione, compagna del sogno è la speranza. La speranza verso i nostri sogni non deve mai abbandonarci perché è quella che ci salva dalle delusioni. Un mondo in cui non c’è speranza equivale a vivere nell’inferno, perché come diceva Dante… lasciate ogni speranza o voi che entrate. E Dante era gemelli lo sai, è la nostra guida”.
Si, lo so.
Del resto come mi ricorda anche lui, noi gemelli ascendente bilancia siamo governati da venere e mercurio, pianeti che ci portano costantemente a vivere nel sogno fantastico, per questo dovrei conoscere bene l’elemento salvifico del sogno.
In ogni caso, dico io, a volte alcune illusioni, alcune delusioni, ci spingono a produrre arte.
Certo, annuisce Enrico, e mi ricorda che l’arte è una specie di alchimia che trasforma i dolori in gioie ed è proprio per questo che l’atto creativo trascende il giudizio estetico, perché riesce a trarre dal non essere un nuovo essere, quindi l’atto creativo è un atto divino, da demiurgo.
I nostri discorsi si perdono, si avventurano, fanno giri assurdi e nel frattempo passiamo dal giorno, al tramonto, alla sera e poi alla notte, e ogni sfumatura del cielo corrisponde a un cd diverso, ci mangiamo 3 panini a testa, prendiamo in giro Clelia, la esortiamo a parlare ma lei sostiene di voler solo ascoltare perché si sente come a un seminario.
Ormai sono le 22 è arrivata la notte sulle note magiche e cosmiche dei Natural Snow Building, siamo quasi arrivati… chiedo ad Enrico, sei stanco? E lui mi guarda con aria di sfida “Dove vuoi andare in Norvegia? In Germania?” facendoci sbellicare dalle risate.
Appena arrivati come per magia ci appare un altro messaggero dei nostri angeli, Matteo, un amico di Giuliano Dottori che ci dà le chiavi di questo mini appartamento molto carino e dopo esserci velocemente rinfrescati ci fa entrare al Tambourine, un circolo a due passi da casa dove suona un duo interessante, i 2pigeons e ci offre pericolosamente da bere dandoci allegramente il benvenuto in Brianza. Una volta appurato che c’è la tennents super alla spina potete immaginare la continuazione della serata, ci divertiamo un sacco, conosciamo altri amici, Matteo è di grande compagnia, ma soprattutto una volta a casa, distrutti, scopriamo di avere ancora dei buonissimi panini col culatello portati da Clelia e ce li mangiamo tutti contenti.
Ci andiamo a mettere il pigiama ed Enrico col suo pantajazz bordeaux sembra un nuovo Joaquin Cortez del Sannio, io un’eterna criatura col pigiamino rosa e Clelia pronta a dormire anche al polo nord, dormiamo tutti e tre nella stessa stanza in dei lettini comodissimi, siamo stanchissimi potremmo crollare e invece iniziamo a discutere perché io dormo nel buio assoluto e lui preferisce la luce e anche un banale stupido battibecco tra amici ubriachi diventa un discorso filosofico, una lotta tra la luce e le tenebre, tra bene e male che sembra prendere una brutta piega, per fortuna Clelia ci blocca in tempo e ci salva proponendoci un compromesso, così finiamo tutti e tre a ridere e poi finalmente, a dormire.
(fine prima puntata amici era troppo lungo -avevo scritto 20 pagine di moleskine- domani vi pubblico la seconda parte :D )
5 commenti:
Flora e i panini col culatello di Clelia (i panini di Clelia, non il culatello di Clelia) saranno presto acquistati dalla Apple, vedrete.
memorabile, un report prezioso!
aspetto con ansia la seconda parte
Danila De Lucia
..e così la fama di Falbo è iniziata a Ginestra degli Schiavoni??? ..incredibile, ne ho passate di estate lì da piccola..Erri magari ti ho sentito suonare o magari ero io la ragazzina che ti ha chiesto l'autografo;)
brava Claudia!
che onore :)
grazie a tutti amici! scrivendo questo diario vi ho portati tutti con noi !
per la seconda parte dovete aspettare a lunedi perchè le scelte editoriali del vate così impongono :D
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