21/02/11

12-14 febbraio 1011 Benevento-Milano e ritorno in tour con Enrico (seconda parte)

È il giorno del concerto, ci svegliamo tardi, io e Clelia andiamo a prendere la colazione al principe in un bar e gliela portiamo, lui all’inizio del viaggio incredulo ormai inizia ad abituarsi piacevolmente ad essere servito da ben due donne!
Partiamo verso il centro di Milano grazie alle magiche indicazioni di Flora che tenta ancora di fare la primaverile a causa di alcuni lavori in corso sul tragitto, ma viene sconfitta dal nostro eroe che si destreggia abilmente tra le strade di Milano sempre più fiero di sé.
Enrico è contento, non vede l’ora di suonare, si diverte a parlare milanese facendoci ridere come matte.
Troviamo posto proprio sotto lo studio di Giuliano che dovremo incontrare dopo un’ora e scendiamo in cerca di un posto in cui mangiare.
È domenica e Milano sembra deserta, perfino i bar sono chiusi, invochiamo i nostri angeli in aiuto e svoltato il primo angolo, come per magia, troviamo aperto un ristorante egiziano dal nome “Il Faraone”, non a caso nel tragitto in macchina avevamo nominato anche Cleopatra e l’antico Egitto, tutto torna!
Il personale del ristorante ci tratta benissimo, la signora ci chiede se è la prima volta che andiamo perché le sembra di averci già visto, soprattutto Clelia, Enrico comincia a decantare le virtù delle donne egiziane, mangiamo e beviamo allegramente poi Dottori ci riporta alla realtà con una telefonata e quindi paghiamo il conto e andiamo da lui.
L’incontro tra Enrico e Giuliano è molto bello, si abbracciano, ridono tutti contenti, sembrano fratelli ritrovati anche se è solo una settimana che non si vedono. Giuliano usa sempre più spesso l’intercalare preferito da Enrico e Vittorio “Stabbene” al punto che alla fine della serata gli proponiamo di chiamare così il prossimo disco. La sintonia tra i due è tale che Enrico gli permette addirittura di guidare (e chi lo conosce sa di che grande gesto di fiducia si tratti), in macchina ripercorriamo aneddoti divertenti, osserviamo srotolarsi una Milano ovviamente uggiosa dal finestrino e si parla un po’ della serata.
Arriviamo al Magnolia e ci incontriamo con gli altri musicisti, il contrabbassista Marco detto Ferro, il fonico Antonio detto Cooper e il mitico batterista Sansone che si presenta salutando me e Clelia chiamandoci fiore di campo e passerotto.
Ovviamente tutti si complimentano con Enrico per esser riuscito ad arrivare a suonare al Magnolia, ma soprattutto a portare con sé ben due donne che lo aiutano anche a scaricare la macchina e a portare dentro gli strumenti.
Loro iniziano a fare il sound check, io e Clelia li ascoltiamo, poi facciamo un giro nel locale, ascoltiamo anche un altro gruppo che prova, alle 18.30 aprono i cancelli e comincia a entrare gente, Enrico e Giuliano con gli altri musicisti si sfidano a bigliardino, parliamo di musica bevendo birra e finalmente verso le 19 la serata inizia. Ascoltiamo un duo davvero divertente che si chiama “scusami amore ma mi sono dovuto fermare al bar” che si esibisce in qualcosa a metà tra un reading e un concerto, facciamo aperitivo e constatiamo che la tennents super a Milano è seconda solo allo spritz e al negroni sbagliato, ahinoi…
Mentre si esibiscono altri due gruppi ci trasferiamo tutti nel backstage, una stanzetta super riscaldata dal frigo pieno di meraviglie… i discorsi, i bicchieri e le risate volano… ci ritrasferiamo nel locale per ascoltare Fabrizio Coppola e finalmente alle 23 è il turno di Giuliano e la sua band.
Il concerto è molto bello eseguito nella formazione completa del gruppo di Giuliano, Enrico come al solito dà prova di avere un grande talento, essendo il più giovane e non avendo mai provato con tutta la band, ma soprattutto perché esegue ogni brano con molta personalità, donando un tocco magico ad ogni pezzo, arricchito dai suoni poetici della sua viola che spicca tra gli altri strumenti (“Cuore di bue”), i suoni sciamanici della sua chitarra (“Le cose semplici”) e il suono sacro dell’harmonium che lascia sempre tutti incantati (“Silenzi”).
La serata finisce con la malinconia acustica di “Alibi”suonata solo da Giuliano, saluti commossi, tentativi di farci restare ancora un po’ e raccomandazioni, Flora ci riporta a casa nella fredda notte Milanese, mangiamo le ultime merendine rimaste a casa e crolliamo.
Ci svegliamo, io e Clelia andiamo a prendere la colazione al principe e a fare dei panini, quando torniamo da Enri gli faccio compagnia mentre fa colazione e gli mostro una foto fatta ad un aforisma trovato sulla lavagnetta nel panificio, lui mi guarda assonnato, poi diventa severo e sentenzia “Non di solo pane vive l’uomo”.
Ci rimettiamo in viaggio e ci aspettano altre 8 ore in cui riprendiamo le nostre infinite discussioni… è San Valentino ed Enrico ironizza sul fatto che manderebbe un sms alle sue donne con scritto “La amavi? Si, era tutta la mia vita. Qual’era il suo nome? Illusione.”
Ma allora ti contraddici, gli dico, all’andata avevi detto altro (per essere precisi andiamo a rileggere le prime pagine della moleskine) e torno a chiedergli, insomma, l’amore è un sogno o un’illusione? Illustraci o maestro la differenza tra Amore e Passione.
Lui continua con le citazioni “Solo nei dintorni abita l’Amore” (Pessoa)
Ma cosa intendi?
“L’Amore e la Passione sono due cose diverse. All’Amore appartiene la passione ma non viceversa. Il vero Amore è eterno ed è rarissimo. Tutto il resto appartiene al mondo della Passione e delle illusioni, anche se animato comunque da nobili sentimenti”.
Quindi non ci resta che la speranza?
Già.
“la speranza del sogno del vero amore non deve mai abbandonarci perché è quella che ci salva dalle delusioni che ci capitano lungo la strada”.
Come dargli torto?
Mettiamo su Canti silvani e ci lasciamo andare alle nostre più profonde riflessioni, mentre i paesaggi e i ricordi ci scorrono veloci davanti agli occhi.
Anche i nostri silenzi sembrano collaudati.
Ci fermiamo in vari autogrill e mentre Clelia è al telefono io e il mio gemellino spirituale tentiamo più volte la fortuna con gratta&vinci milionario e turista per sempre, fantasticando su cosa faremmo se vincessimo, anche se vinciamo solo dieci euro il morale, solleticato dai mille sogni possibili, è di nuovo alto, siamo ormai verso casa, il sole sta tramontando e ancora una volta i sogni ci salvano dalla malinconia blu del ritorno a casa.
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1 commento:

piergiorgio ha detto...

non può finire qui!!!!!!
:D