Finisce in scroscianti applausi la trentaduesima edizione di Città Spettacolo al Teatro Romano di Benevento con Max Gazzé e l'Orchestra Giovanile del Sannio.
Lehar, Donizzetti, Mozart, Bizet si incontrano con i successi del cantautore romano, Favola di Adamo ed Eva, Cara Valentina, Il solito sesso in questo singolare progetto artistico tra lirica e pop: “L'uomo sinfonico”.
La serata decolla fin dal primo brano “Una musica può fare”, riarrangiata per l'occasione. I brani di Gazzè si alternano alle famose arie della lirica e anche laddove la voce di Gazzè non sembra adatta per interpretare i brani, il risultato finale è piacevole e divertente.
Un ingrediente fondamentaleè la simpatia di Gazzè, a cui fa da spalla l'orchestra, che interagisce con il pubblico, regalandogli momenti più intimi con il brano Mentre dormi o più vivaci con i due bis finali. E ci sarebbe stato anche il terzo con la bella atmosfera che si era creata e il pubblico che continuava a chiamarlo.
Finisce così un Festival che sembra ancora alla ricerca di se stesso nonostante abbia ormai superato le trenta edizioni.
Cosa dire, dunque, di questa trentaduesima senza stare né dalla parte delle polemiche fini a se stesse né da quella degli elogi incondizionati? Sicuramente una pecca si è notata fin dall'inizio, la mancanza di un tema portante a fare da guida ai tanti (troppi?) spettacoli. Ma sono venute fuori, comunque, ottime prove di regia (Sicca, Di Palma), ammirevoli interpretazioni (Rigillo, Bergonzoni) e soprattutto interessanti esperimenti in quel teatro che esce fuori dal teatro.
Di che hai paura? di Richard Dresser per la regia di Carlo Fineschi è stata una piacevole scoperta. Un viaggio in auto per luoghi poco battuti della città insieme a due attori che fanno finta di essere del pubblico insieme agli altri passeggeri. Molto convincenti in un piccolo viaggio alla scoperta degli altri e degli schemi consoni con cui facciamo i conti ogni volta che sono in gioco i sentimenti. Un dramma adattamento da Cecov di Antonio Vladimir Marino per la regia di Giuseppe Cerronee Antonio Piccolo. Un corto teatrale efficacissimo nella sua brevità, con degli ottimi interpreti (Raffaele Ausiello, Irene Grasso, Fabio Rossi). Ottima messinscena nell'antico salone del Palazzo Pallante Bosco Lucarelli in uno spazio condiviso tra attori e spettatori. Ed interessanrte proprio il fatto di aprire i palazzi della città alle performance, come il Palazzo Paolo V con le tre “soap” di Ricci/Forte: Tamerlano, Didone, Eduardo II, rivisitazioni per spettatori di oggi del truculento elisabettiano. E Fermentation, esperienza di teatro sensoriale di Vargas, dove gli spettatori si fanno attori partecipando ad una sorta di rito collettivo che è nello stesso tempo un viaggio dentro se stessi.
Interessante l'idea di Raccontami Benevento ma forse andavano moltiplicati luoghi ed orari. E perché non riportare in auge la collaterale rassegna cinematografica? O perché no, dare libero spazio alle performance di giovani attori in modo da fare di Benevento Città Spettacolo un punto di riferimento per vecchi e nuovi teatranti. Creare insomma un Festival che accanto agli spettacoli nei teatri (finalmente anche il De Simone ha riaperto le porte in quest'occasione) invada la città, la renda partecipe.
Già l'anno scorso Giulio Baffi, il direttore artistico da due anni a questa parte, aveva optato per un Festival diffuso ma ci auguriamo che la kermesse diventi sempre più invadente dello spazio cittadino rispondendo, così, al senso originario del suo nome.
Marialaura Simeone
(fonte www.radiocitta.net)
2 commenti:
mmmm...
non concordo
non sono io, però, sono mio fratello
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