05/12/11

I viaggi di Penelope/Fratelli di Slovacchia

Una locandina di Colazione da Tiffany giganteggia sopra la mia testa nel bar da cui scrivo, chissà quando ce l'hanno messa? Quando avranno iniziato a sognare di essere dall'altra parte del mondo? Sono a Nitra, ignota città di un Est che non esiste più...
...Così iniziava il mio racconto di viaggio, interrotto e non più ripreso causa pausa di una notte a Roma (chiacchiere, aperitivo, teatro) e la bellezza di 11 ore di viaggio con un imprevisto dopo l'altro verso la Sicilia (guasti aerei, pullman pieni, corse saltate...Welcome to Italy!)...ah mi hanno appena telefonato “Signora Simeone il suo volo di ritorno è stato cancellato!!!” Qualcuno mi sta nominando! Ma con calma serafica, forse è la troppa stanchezza, lascio che si succedano questi giorni su e giù per convegni. E così dopo un'altra notte di pausa a casa di giovani amici dei miei, mai visti prima di questa volta, sono arrivata all'ultima destinazione, l'ormai famoso convegno agrigentino. Ma torniamo indietro al bar di Nitra...
dalla tv va in onda una playlist anni '90 che mi riporta ai tempi del liceo, mentre guardo il tavolo di fronte a me di ragazzini sotto i 16 che fumano una sigaretta dopo l'altra, tutti marcati nike dalla testa ai piedi.
Sono sulla strada principale, oltre alla quale c'è poco altro in questa piccola cittadina di cui eravamo in molti a non saperne l'esistenza prima del mio convegno sui 150 anni dell'Unità d'Italia. Eh già...ci stanno festeggiando in tutta la Slovacchia con una serie di manifestazioni! Convegno al quale per la prima volta mi capita di assistere ad applausi solo se veramente sentiti, altrimenti dopo la relazione silenzio! E altra novità il certificato di partecipazione firmato dal garante per l'italianistica!!! ma lasciamo stare i motivi contingenti e vediamo di dir qualcosa di questo posto...scendo in strada...forse il sabato non si va a scuola, orde di ragazzini vagano con bottiglioni alcolici urlanti e festanti. Non è bastato alla cittadina mettersi a festa e far finta di essere un presepe, con mille luci colorate, lampioni a forma di campane che ogni quarto d'ora suonano e si illuminano a festa, alberi addobbati ad ogni piano dell'albergo, mercatini di natale (ahimè ancora chiusi)...quello che vedo sono solo i palazzoni da repubblica sovietica alternati a palazzetti fintamente antichi, tra hand made di una Slovacchia (anzi Cecoslovacchia) com'era e il solito alienante centro commerciale, vissuto come grande attrattiva cittadina ma, del resto, da noi è lo stesso. E poi i Funny girls, gli Ibiza style, gli Spirito Italiano...nati mentre decidevano a chi somigliare dopo la fine del comunismo.
Avevo visto molto entusiasmo nel loro passare all'euro poco più di tre anni fa, diventavano europei a tutti gli effetti, oggi fanno i conti con una crisi di cui non vogliono, non possono pagare il prezzo.
Continuo a camminare...da lontano si vede un castello, una chiesa...vantano si tratti della cattedrale più antica dell'Est...per gli abitanti di ogni luogo c'è sempre qualcosa di cui vantarsi in maniera esclusiva. Mi incammino per la salita, strada deserta, solitudine, vento...riscendo in strada, nascosti tra una casa e l'altra i casino e gli erotic-club, se non fossi sola ci entrerei per curiosità, nei primi chiaramente, non nei secondi. Ma solitudine, vento, torno in hotel. Nonostante sembri che il sole non lo vedano da mesi, tutti sono assolutamente calorosi ed ospitali e ci adorano. Studiano la nostra cultura e la nostra lingua, anche nelle 46 fabbriche italiane nella regione di Ruzomberku (leggi Rougemberuc) insegnano l'italiano per un fatto pratico: se non si capiscono tra loro gli operai, ne va di mezzo la produzione, ma anche per un fatto sociale: comunicare con la stessa lingua attenua le differenze, permette l'integrazione tra italiani e slovacchi e allontana il pericolo del razzismo. Che lungimiranza! E poi in fondo ci considerano loro “fratelli”. Mi raccontano tante storielle sulle convergenze della nostra e della loro storia a cominciare da Mazzini e dalle sue lettere slave, e più che l'economia è l'amore a muovere il mondo, si sa! C'hanno fatto anche un libro “Dal Piave al Danubio”, dove si racconta di quando le nostre donne italiane (oddio quanto sa di nazionalista questa definizione!!!) curarono i soldati feriti durante la I guerra mondiale e poi pensarono bene di tenerseli con loro questi giovani alti e con gli occhi di ghiaccio. Sono insomma le donne ad aver anticipato il turismo sessuale dell'Italia verso l'Est!
Ora sono affascinati dalla nostra storia di inizio novecento, di quando non eravamo il loro Eldorado ma una terra di emigranti. Vorrei mostrargli quello che vedo dal mio finestrino nei km che separano l'aeroporto di Catania dalla città di Agrigento, paesaggi molto più desolanti di quelli da Bratislava a Nitra, dopo una lotta all'ultimo sangue per guadagnare un posto su quell'autobus. Insieme a me una famiglia chiassosa che vive a Monaco e parla solo il tedesco o il siciliano e cerca di convincere l'autista a farli salire: “abbiamo una morta a Canicattì, dobbiamo correre”...dopo un po', dopo che ha lasciato anche loro a piedi senza pietà, diventa: “mia mamma non sta bene, stiamo andando a trovarla”. A Canicattì sarà diventato semplicemente: “che bello siamo venuti a trovare tutti mia mamma che è solo una simpatica vecchietta”! Ma senza questo che Sicilia sarebbe, intanto scendo e sono scioccata, finalmente dopo cinque anni di cantiere (almeno da quando l'ho visto io) i lavori delle pensiline dei bus sono finiti! Ma allargo appena lo sguardo e mi trovo di fronte una camionetta luminosa che vanta le offerte migliori della Sicilia in mandorle e nocciole, piove a dirotto, alle case distrutte da un terremoto di 50 anni fa e alle insegne rimaste com'erano si affiancano gli schermi luminosi di una pubblicità che ancora vuole farci credere che possiamo sognare quelle cose, che possiamo anzi dobbiamo averle. Mi sembra che i punti cardinali servano solo per non perdersi, qualunque sia il punto in cui ci troviamo è tutto così terribilmente anzi temibilmente uguale...l'unica cosa che cambia è quanto riusciamo a vedere o meno quella somiglianza.










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8 commenti:

anna lisa ha detto...

lali, leggerti vale sempre il biglietto :)

Anonimo ha detto...

:)...grazieeee

Lala

Anonimo ha detto...

perchè non entrare anche negli erotic shops!?

Anonimo ha detto...

perché erano erotic club non shop...e per uomini :)...scusate se commento in anonimo ma diversamente non uscirebbe proprio il mio commento.
Lala

grace ha detto...

sempre interessanti i tuoi viaggi, anche quando parlano di esternalizzazioni, Europa a intermittenza e italiani brava gente.

Anonimo ha detto...

:D la prendo per buona!

grace ha detto...

per buonissima direi!

Anonimo ha detto...

:D grazie grazie!