20/11/08

I social network e la "Netiquette"

"La Netiquette", recita l'onnipotente wikipedia, "è una parola derivata dalla contrazione del vocabolo inglese net (rete) e quello di lingua francese étiquette (buona educazione), è un insieme di regole che disciplinano il comportamento di un utente di Internet nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse quali newsgroup, mailing list, forum, social network, blog o e-mail in genere. Sotto un aspetto giuridico, è spesso richiamata nei contratti di fornitura di servizi di accesso da parte dei provider. Il mancato rispetto della netiquette comporta una generale disapprovazione da parte degli altri utenti della Rete, solitamente seguita da un isolamento del soggetto "maleducato" e talvolta dalla richiesta di sospensione di alcuni servizi utilizzati per compiere atti contrari ad essa."

Vi sottopongo amici questa pagina di web galateo perché in un'era in cui la nostra vita è composta per lo più di ore passate al pc, mezzo da noi molto amato probabilmente proprio per l'enorme libertà che ci è concessa, mi chiedo se ad un certo punto sia d'obbligo stabilire delle regole anche basilari di buon comportamento tra gli utenti.
Col boom dei social network stile facebook, my space, badoo e via dicendo, si impongono a quasi tutti noi ogni giorno scelte di comportamento alle quali nella vita reale non sempre saremmo stati sottoposti.
I profili più temibili in rete vanno dal corteggiatore molesto, al maniaco che si appropria delle tue foto, il provocatore che offende gratuitamente, l'estremista o fanatico che impone le sue idee contro tutto e tutti, il creatore di gruppi d professione che ti intasa la mail, l'amico/a con cui volevi chiaramente rompere i rapporti x non riallacciarli mai più...e poi, forse peggio, ci sono da affrontare i lontanissimi parenti o addirittura il capo su facebook, i matrimoni degli ex, foto tue 10 kg fa che non volevi assolutamente riesumare...
Se è vero che oggi i media sono veri costruttori della realtà sociale, è vero anche che nel processo di ricezione facciamo prevalere sempre come criterio selettivo delle informazioni il rafforzamento delle nostre opinioni precedentemente formate.
Ma quando i media travolgono anche la nostra vita privata, influenzando lentamente le nostre relazioni, il nostro modo di pensare, i modelli di comportamento che orientano la nostra vita quotidiana, in un processo di «coltivazione» che inizia fin da bambini… qual è la soluzione?
Ho scoperto che c'è una vera e propria Netiquette, una lista di regole di galateo in rete approvata dalla Registration Authority Italiana... ma queste regole sono ben lontane dalla "reale vita virtuale" che abitualmente conduciamo, quelle che mi colpiscono di più sono : "Quando si arriva in un nuovo newsgroup o in una nuova lista di distribuzione, è bene leggere i messaggi che vi circolano per almeno due settimane ( ! ) prima di inviare propri messaggi in giro per il mondo: in tal modo ci si rende conto dell'argomento e del metodo con cui lo si tratta in tale comunità" o ancora "Non usare i caratteri tutti in maiuscolo, nella rete questo comportamento equivale ad "urlare" ed è altamente disdicevole. " oppure "Non condurre "guerre di opinione" sulla rete a colpi di messaggi e contromessaggi: se ci sono diatribe personali, è meglio risolverle via posta elettronica in corrispondenza privata tra gli interessati."
E tante altre cose che rappresentano spesso il contrario di ciò che ci capita di fare quotidianamente.

La mia conclusione è che forse identificare regole precise (soprattutto se imposte dall'alto) in uno spazio il cui più grande pregio è non avere confini di sorta è il metodo migliore per restringerlo e renderlo sempre più simile agli altri mezzi che finora ci hanno offerto un tipo di comunicazione esclusivamente a senso unico... del resto per difenderci non ci rimane allora che il tasto IGNORA!!!
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5 commenti:

Isabella s.p.a. ha detto...

Sì, è un argomento molto delicato..

a. ha detto...

aè..io scrivo spesso in maiuscolo, ma non volevo urlare!!
comunque evviva il tasto Ignora:-)

Isabella s.p.a. ha detto...

alla fine si toccano du punti:
a) come incastriamo le nostre forme mentali, in questo caso l'etichetta,in spazi completamente nuovi
b)quanto queste nuove forme di comunicazione incidono sulle nostre forme mentali.
Secondo me stiamo partecipando ad una rivoluzione antropologica e iniziamo a sentire gli effetti di questo scambio vita virtuale- vita reale. Fai bene a soffermarti su queste cose perchè son molto interessanti. Dovevi fare la sociologa!!!sei ancora in tempo..

Claudia ha detto...

infatti agli unici 2 esami d sociologia ke ho fatto presi 28 e 30... ambasciatrice lei vede e provvede, ci ripensi sul nostro progetto del rom :-)

andrej ha detto...

"Reale vita virtuale"..ahhh..che bellezz!

Bene Claudia, ottimo spunto : )

Secondo me è qui in ballo un ragionamento su
l'etica dei rapporti quotidiani e sulle sue applicazioni al mondo dei new media e del web 2.0 (sulla cui definizione poi magari andremo a confrontarci).

Penso che in questo caso sia molto difficile calare delle regole dall'alto, le caratteristiche relazionali "peer to peer" e dei contenuti "user-generated", che si vanno sempre più affermando nel web 2.0, fà sì che queste regole emergano spontaneamente nelle interazioni che avvengano..

Credo che questo sia giusto, è come la ricerca di equilibrio per un sistema naturale..e in questo la Cibernetica si avvicina molto..

Ciò consente che il medium conservi le sue caratteristiche intrinseche, che non sia forzato, snaturato, anche se, grazie al suo "dna", è praticamente quasi impossibile che ciò avvenga..

In conclusione penso che il problema vero sia come al solito nelle nostre teste e non riguardi qualche piccola regola da tener presente, ma magari l'utilizzo del web solo per fare le stesse cose che facevamo con i media classici e nell'usare sempre e solo una parte, quella più conosciuta..
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"Il medium è il messaggio" (Mc Luhan)

ed è un messaggio di libertà, aggiungerei..: )
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:a