14/11/08

Nuda in croce, il Comune dice no


Il sociologo Abruzzese: il manifesto è ok

"Che errore, difendiamo la libertà di comunicazione"


-Alessia Gallione-



«C´è un principio che andrebbe difeso prima di tutto: la libertà di comunicazione», dice il sociologo Alberto Abruzzese, direttore dell´Istituto di Comunicazione dello Iulm.
L´immagine di una donna nuda crocifissa utilizzata per denunciare le violenze femminili, può essere offensiva?
«Credo che questo manifesto sostenga una posizione in modo motivato. Il termine crocifissione, d´altronde, lo usiamo anche senza pensare a Cristo e il corpo martoriato è quello della donna che subisce violenza. È probabile che possa costituire un problema per una persona religiosa, ma ci sono altre cose che possono turbare un laico, ad esempio».
Quali?
«L´esibizione continua del pensiero cattolico, ad esempio. Ci sono altri modi per ferire l´anima e non riguardano solo un´immagine cruda. C´è una legge che è sacrosanta: la comunicazione è comunicazione, basta che ci sia pluralismo. Una volta esisteva l´offesa al pudore, ma ormai qualsiasi immagine considerata offensiva viene largamente superata da qualsiasi cosa vediamo in televisione e che non è neppure vietata ai minori».
Che cos´è offensivo, allora?
«Qualcosa che sembra disturbare alcuni valori, in questo caso religiosi o di una cultura maschile. Sono meccanismi che scattano in modo conscio o inconscio e si nascondono sotto il gusto estetico. Solitamente è accettato che una cosa bella vada contro il senso comune e sia disturbante perché è protetta dal canone estetico. È quando si sorpassa questo canone che arriva l´interdizione».
Il Comune che chiede di togliere un manifesto fa censura?
«Il compito di un´amministrazione dovrebbe essere quello di proporsi seriamente il problema di governare, ma deve saper motivare le proprie scelte in modo più culturalmente profondo altrimenti il rischio è quello di dare giudizi censori».
Una polemica simile ricorda quella che scoppiò per il manifesto di Oliviero Toscani sull´anoressia.
«La comunicazione è sempre un rischio, ma se si evitano i rischi non si comunica. La genialità di Toscani sta nell´aver capito un meccanismo: è la reazione di chi si sente provocato che dà valore all´immagine. Le polemiche politiche dimostrano che la campagna dell´associazione funziona anche grazie alle resistenze che suscita».
Il Comune sta affrontando il "degrado" con una serie di ordinanze. Anche le scritte sui muri offendono il senso estetico?
«I graffiti sono diversi dal degrado. Sgarbi ha ragione quando dice che hanno un ruolo storico. Certo, ci sono graffiti belli e graffiti brutti, ma chi stabilisce il confine? L´effetto comunicativo di un murales è innanzitutto far capire che ci sono persone che non sentono loro il mondo che abitano. Mi preoccuperei molto di più di ragionare su questi motivi piuttosto che arrivare all´interdizione e alla punizione subito».

(la Repubblica ed.Milano)
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4 commenti:

kalu ha detto...

sempre peggio!!! :S

che paese del ca**o

:@

piergiorgio ha detto...

non se ne può più dei bacchettoni censori

andrej ha detto...

Ringrazio Ornella per aver sollevato la questione e parto da questo episodio e dal commento di Alberto Abruzzese per esporre il mio pensiero:

considero la censura - quella effettiva dell'autorità, che impedisce la pubblicazione totale o parziale di un messaggio personale, politico, estetico, culturale - equivalente ad una forma di assassinio delle idee..
secondo me, però, è sempre bene interrogarsi seriamente e pesare il valore dei messaggi e delle immagini che li esprimono..
sarebbe sempre auspicabile una forte forma di sensibilità e attenzione al testo/immagine e ai diversi livelli di lettura che potrebbe innescare, a maggior ragione quando questa è indirizzata a target molto ampi..
alle volte, non mi fraintendete, sarebbe addirittura auspicabile una forma di autocensura in base ai propri valori e a quelli del contesto culturale in cui si opera..
a meno che non si voglia essere coscientemente rivoluzionari!

vedo 2 pericoli:
la leggerezza che può generare indifferenza
l'utilizzo mistificatorio a soli fini seduttivi

e comunque, Albertaccio, arrovogliati lo sciarpone!

andrej ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.