“Caro Raffaele, quale residente "storico" del quartiere ove è ubicato il busto marmoreo del "Bue Apis", permettimi di intervenire nell'ampio e sollecito dibattito che ha fatto seguito alla tua idea di trasferire in una sede più sicura il monumento storico della nostra città. [...]Il busto marmoreo del Bue Apis, anche per quelli che hanno, oggi, la mia età, fa parte intimamente della nostra fanciullezza. Quella zona, quando io ero giovane, tanto giovane, non si presentava come lo è oggi. Tu, allora, ancora non esistevi. Corso Dante ha sostituito Via Fragola, una piccola stradina che da piazza S. Maria conduceva alla Basilica della Madonna delle Grazie, passando proprio dinanzi al Bue Apis. Era quella la parte più nota della città tanto cara ai beneventani. Intorno al Bue Apis, ove, allo stato, c'è la stazione di benzina, vi era uno slargo che, poichè poco illuminato di sera, costituiva, per noi ragazzi, il luogo ove appartarci con i primi amori della vita. Per noi ragazzi avere un appuntamento a ridosso della "ufera", così per i beneventani è noto il Bue Apis, era la conquista più grande che si potesse fare. A quante effusioni ed a quanti primi baci ha assistito, immobile e mai risentito, il Bue Apis! Chi, poi, come me, raro per i tempi di allora, aveva la fortuna di avere un motorino, in città eravamo tre o quattro ragazzi ad averlo, era consuetudine appoggiarlo sulla base marmorea della "ufara", mentre, sicuri di toccare il cielo con un dito, ci concedevamo ai primi approcci, semplici, quasi idilliaci, di quel tempo. Quanti ricordi nel momento in cui la vita si spiegava innanzi a noi tutti speranzosi di trovare, lungo il cammino, quegli alberi meravigliosi, che, poi, andando avanti, non abbiamo trovato. Ecco, caro Raffaele, ho voluto solo, da beneventano, con la massima serenità, dire a te, che potresti essermi figlio, queste semplici esperienze di vita. Discutiamone e parliamone tutti insieme. Una sola cosa, però, con l'affetto che ti porto, devi promettermi. Non togliere a quelli della mia età, che si avviano sulla strada del tramonto, sempre più in discesa, i ricordi belli della giovinezza che abbiamo intensamente speso tra le mura di questa meravigliosa terra di cui siamo onorati di essere figli. Ogni giorno di più”.
beneventanamanera ha avuto accesso all'archivio storico del maestro Michele Zibuletti, ed è in grado di mostrarvi le esclusive immagini che testimoniano le seratine piccanti di un giovanissimo De Lorenzo...
10 commenti:
ahahahha ecco dove stavate andando! :D
auauhuhahuahahau
troppo divertente!
Sei un pazzo malato!
ho anche dei meravigliosi complici!!
ahahah
hai capito quali lascivi giochi si celavano dietro il totemico bue! e ad opera di quali fascinosi personaggi!
ahahah..che forte!
anche l'ultimo numero di "oscene d'amore"..questa sì che è satira, dovrebbe circolare su cartaceo tra la gente, gli amministratori e i tecnici della città..
candidamaaeaeente
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a
ah!ah!ah!monellino!!!!
..anche meglio del previsto..fantastici! :)
ahahahaha!
meraviglioso!!
certo che il maestro Michele Zibuletti ne ha viste di cose in vita sua, ma questo suo da lato paparazzo mi mancava!
Io adoro il maestro Michele Zibuletti!
Siete diabolicamente geniali!
chissà quante ne ha prese il fotografo...:))
Bellissime!!!
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