01/08/10

lo cunto di de cunto

“Un’opera completa, che passa dal poliziesco alla fantascienza, dal noir al romanzo d’amore, soffermandosi lungamente sull’idiozia”
Il secolo XIX

“Col personaggio di Kontrasto si è finalmente ideato il prototipo di sex symbol del secolo a venire”
Le ricette di suor Germana

“leggendo questo racconto abbiamo deciso di spostare il secolo a venire qualche anno più in là”
Sandro Massimo Boldi Senior

“Era ora che venissero fatti nomi e cognomi”
Ufficio anagrafe di Benevento

“Bravissimo”
Maestra Pina

“Pippo pippo pippo”
Gianfranco D’angelo

Kontrasto e il petting

“Se non chiudi il becco ti stacco l’uccello, così ci mandi lui dal tuo avvocato!”. L’agente Franceschini non usava certo maniere tenere, ma su come zittire le teste calde sapeva il fatto suo. Se qualche sporcaccione colto sul fatto aveva voglia di piantar grane, un paio di sberle elargite dalle sue manone di sbirro vicino alla pensione gliela facevano passare subito.
“Lubrano, controlla un po’ sti due”
Lubrano entrò nella volante e chiese in centrale se la coppia avesse precedenti.
“Signor Franceschini, pare che sono stati beccati insieme altre due volte al Parco delle Rose, mentre la signorina ha diverse altre segnalazioni. Indovinate dove”
“Al Morgana”
“Eh!”
“Vabbene, mandrilli degeneri, accomodatevi sui sedili posteriori”. Poi si rivolse all’uomo: “E’ molto comodo, ma dubito che ti verrà ancora voglia di allungare le mani. Ora se vuoi puoi chiamare il tuo avvocato, stronzo, così te lo spinge in culo!”

Dietro alla sua scrivania il direttore Di Lorenzo ripassava mentalmente il rapporto giuntogli dal commissariato, e ogni tanto prorompeva in bestemmie.
Franceschini bussò tre volte alla porta, poi entrò senza attendere l’”avanti”.
“Direttore, mi ha fatto chiamare?”
“Franceschini, ma li mortacci tua cazzo, ne hai preso a sberle n’artro?!”
“Direttore, con rispetto parlando, quelli fanno schifo!”
“Ma lo sai che quello era il nipote dell’ambasciatore De Caro, a’ testa de cazzo! So’ dovuto sta più de tre ore ar telefono cor ministro Sandro Massimo Boldi Jr. pe’ carmallo, e manco ce so’ riuscito!”
“Sempre con tutto il rispetto, ma non vedo cosa c’entri la Farnesina col modo in cui vanno trattati i maniaci”
“a’ stronzo, nun se semo capiti, io te faccio annà n’pensione senza pensione!”
“….Sei cambiato Umberto, un tempo non mi avresti parlato così! Un tempo portavi rispetto e avevi a cuore la moralità pubblica. Ora te ne fotte solo della carriera!”
Franceschini aveva ragione, ma non è certo restando il vecchio Umberto che Di Lorenzo era riuscito a diventare direttore generale del distretto campano della DIM, la sezione speciale per il controllo della moralità pubblica, la cosiddetta “Antipetting”.
Un tempo Umberto era un agente ligio al bigottismo e inviso ai piani alti della polizia. Tra i pomicioni si era guadagnato il soprannome di Kontrasto, perché quando lui era in servizio non c’era giardinetto all’ombra o vicoletto buio dove limonare tranquilli. Era diventato così dopo che, durante un venerdì punk, gli era apparsa la Madonna delle Grazie di Cerreto. Fu lui a mettere i sigilli al Vallone.
Ma con l’avanzare della carriera Kontrasto si rese conto che i sani principi formigoniani erano calpestati e violati da tutti, in primis da chi aveva il dovere di farli rispettare. Così, per non sentirsi meno furbo degli altri, decise di cambiare la propria politica, di essere un po’ meno inflessibile nei confronti dei libertini comunisti e un po’ più servile coi superiori. Cominciò a scalare le gerarchie. Da ispettore fu promosso a commissario, poi a direttore provinciale, infine a direttore regionale. C’era chi già lo vedeva direttore federale della DIM.
L’”Antipetting” era stata istituita nel 2015 insieme all’introduzione delle altre misure del pacchetto anti-fornicazione, come la reintroduzione dei reati di adulterio e concubinato, la castrazione chimica degli stupratori, il trattamento sanitario obbligatorio per gli omosessuali e la messa al bando dei leggins. Queste misure erano state volute dal primo governo Formigoni, che era succeduto nel 2014 al governo del Beato Silvio da Milano2, protettore dei pianisti sull’oceano. L’esecutivo era sostenuto da una grande coalizione di centro, i cui esponenti più importanti erano i ministri Francesco Rutelli, Pierferdinando Casini, Rosi Bindi, Paola Binetti, Sandro Massimo Boldi Sr. e Jr., Licia Colò e il Pupazzo Gnappo. Da allora Formigoni, che tramite un trattamento a base di cellule staminali si era fatto ringiovanire fino a tornare un giovane aspirante seminarista, continuava a governare ininterrottamente, e i diversi governi formalmente che si erano alternati non cambiavano mai, nella sostanza, di colore, né lo zoccolo duro dei ministri sopra menzionati ne era mai escluso.
“A’ Franceschi’, mo’ vedi di annartene, che c’ho artri cazzi per la testa”
Poche parole per liquidare i sottoposti e sempre artri cazzi per la testa, così era diventato il direttore Di Lorenzo, artri cazzi ingombranti e difficili da scacciare. E mica solo per la testa. Rimasto solo Kontrasto si alzò dalla poltrona e andò ad affacciarsi al finestrone del nono piano del nuovo palazzo galleggiante del governo. La luce del grande specchio solare K-23’O saettava sulle increspature del laghetto artificiale “don Pasquale”, fratello minore del Grande Lago “Mons. Mainolfi” che aveva preso il posto del rione Libertà. Quando era illuminato da luce quasi naturale il laghetto perdeva la fosforescenza rossastra datale dall’ananminosio liquido impoverito, e sembrava esser fatto proprio d’acqua naturale H2O. Guardandolo Umberto si sentì preso dal rimorso per aver fatto cementificare il lago di Telese, un tempo ritrovo di maniaci.
Franceschini aveva ragione anche su questo: Kontrasto nella moralità pubblica non ci vedeva più un grande ideale, ed era convinto che il formigonismo fosse al suo epilogo.
Si rigirò tra le dita la pasticca di Hermex e poi la inghiottì. Era rossa, non prometteva niente di buono. Ebbe il capogiro per qualche istante, ancora non si abituava a quella diavoleria. Chiuse gli occhi solo dopo che la voce era partita, per non accusare troppo la nausea.
“Hermex messenger chemical advise: le è stato inviato un messaggio da: Il Quaderno del Mezzogiorno:
Signor Di Lorenzo, io ho ancora quelle lastre foto-impressionate che lei sa, e le ricordo che sono registrate tramite Labus system. Mica penserà che sono così stupido da farle ossidare?! Sono passati due giorni e ancora non mi risponde. Guardi che o si sbriga o le pubblico nel prossimo numero dello psicogiornale. E le faccio presente che non ho mai detto che le pubblico nel prossimo numero dello psicogiornale. Buona giornata. Chi lei sa”
Kontrasto si alzò di scatto e scaraventò un costoso vaso Peroni di inizio secolo contro il muro mandandolo in frantumi. “Anvedi ‘sto fijo de ‘na mignotta. Mi ha preso nella sua tela come r’matarangolo!”

L’agente Umberto, giovane, forte, fiero, salta oltre la moto che gli si è parata ad ostacolo ed afferra al volo l’automobile che è partita sgommando. Resiste all’accelerazione aggrappato al tettuccio, strappa i giornali dai finestrini e in un batter d’occhio è dentro la vettura. Schiva un paio di fendenti e tira il freno a mano tutto d’un colpo. Il maniaco sfonda il parabrezza con la testa e si ritrova sull’asfalto, morto. Mezzo negro mezzo tuta di sangue. La mignotta è sotto choc e perde bava dalla bocca mentre Kontrasto le stringe le manette ai polsi.
Il trota si svegliò sudato e tremante di piacere. Si era nuovamente bagnato le mutande.

“Cavalier Romano avete visto che bella serata?”
“Ahiahiahi, commare Rosa, se solo i miei reumatismi potessero darle ragione”
“Volete una birretta fresca, così non ci pensate?”
“Nooo, ho appena preso il Prostatren!”
“Qualche tarallino?”
“….eh, la dentiera….”
“Fuori di qui, vecchi bacucchi, o faccio una retata nel cesso e poi vediamo che ne viene fuori!”
“Agente Franceschini, ancora qui?! Ma cosa vuole stavolta?! Il signor Ernesto si arrabbierà!”
“Il signor Ernesto intanto deve ringraziarmi che l’altra volta ho fatto finta di niente, ma l’ho visto, dietro al bancone, che si appartava col vecchio impianto stereo! Non sono qui in veste di sbirro, per una volta. Comunque le avevo detto che quel distributore di condom deve sparire”
“Ma è così vintage!”
“Me ne fotto! E ora uscite, devo incontrare una persona”
Franceschini non capiva come la procura politica si ostinasse ad indagare sugli avventori del locale quasi fossero una pericolosa loggia con l’obiettivo di raggiungere il potere. Anche se il cavalier Romano possedeva il controllo totale dei blog cittadini, per lui quelli restavano quattro pensionati, poveri sfigati da censurare, tutt’al più, sotto il profilo della moralità . Percorse il breve corridoio del club. Lo stile dell’arredamento era saturo dello spirito perverso del primo decennio. Divanetti in pelle rossa in anfratti ammiccanti: un vero troiaio. Scese al piano iperbarico ed andò a sedersi al tavolino in fondo. Lì qualcuno, con il volto oscurato dall’ombra, lo attendeva sorseggiando sciroppo di Cointreau.
“Chi è lei e cosa vuole da me? Perché ha voluto incontrarmi?”
“Chi sono? Diciamo un amico lastrografo. Il mio nome non ha importanza. Quanto al perché l’ho contattata, preferirei spiegarglielo dopo averle raccontato una storia.”
“La ascolto”
“Bene, i protagonisti di questa storia sono due: uno è un alto funzionario della polizia, mettiamo il direttore regionale della DIM”
“Di Lorenzo?”
“Esatto, ho saputo che avete avuto dissapori. E’ per questo che mi rivolgo a lei. L’altro protagonista è il figlio di un noto politico la cui particolarità risiede nel fatto di avere un cervello in parte ricostruito artificialmente. Quando era poco più che ventenne si accorsero che un pezzo dell’encefalo semplicemente gli mancava. Era per questo che il CEPU non dava i suoi frutti. Glielo ricostruirono usando le cellule staminali di un pesce”
“Ma chi è, il Trota?!”
“Vedo che lei è informato. Allora saprà anche che, a causa dell’intervento, il Trota boccheggia. Si dice che sia stato proprio questo particolare ad aver stuzzicato gli appetiti reconditi di Kontrasto”
“Ma…lei sta insinuando che il direttor Di Lorenzo….”
“Esatto”
“Non ci credo”
“Come se lo spiega il suo cursus honorum?”
“Guardi che non la bevo. Di Lorenzo sarà pure un corrotto, ma è pur sempre uno sbirro dell’antipetting. Non le crederà nessuno!”
“Lei pensa? Guardi qui”
Dicendo questo l’uomo sparse una decina di lastre sul tavolo. Il loro contenuto non lasciava adito a dubbi, stava dicendo il vero.
Franceschini ebbe giusto il tempo di impallidire ed esclamare “porca puttana” che dovette correre in bagno a vomitare. E nel farlo, infervorato dall’indignazione, giurando di far piazza pulita dell’indecenza imperante, arrestò anche un paio di avventori del locale, di cui uno era andato semplicemente in bagno a fare pipì, ma, soffrendo di Parkinson, quando si teneva l’arnese sembrava stesse facendo tutt’altro. Tornando al tavolo Franceschini pregò il suo interlocutore di non mostrargli ancora le immagini.
“Mi scusi, nonostante il mio lavoro sono molto sensibile a certe scene, continui”
“tagliando corto, ho intenzione di pubblicare queste lastre, con le dovute censure s’intende, sul prossimo numero del Quaderno del Mezzogiorno”
“Ed io cosa c’entro?”
“Lei mi sarà utile per lo scoop successivo. Dopo la pubblicazione delle immagini Di Lorenzo sarà sicuramente arrestato. Voglio che sia lei a farlo. Mi avviserà circa il dove e il quando, e io sarò là, nascosto in qualche anfratto, per immortalare l’evento in esclusiva.”
Franceschini era infuriato e disgustato per la scoperta appena fatta. Non poteva accettare che un suo vecchio collega si desse a tali pratiche alternative non finalizzate alla procreazione. Tanto più che anche i rapporti sessuali cosiddetti normali, dopo la messa a punto della fecondazione via supposta, erano considerati non finalizzati alla procreazione, quindi proibiti, vista la chance di riuscita di gran lunga inferiore a quella assicurata dal farmaco. Figuriamoci queste perversioni contro natura! La verità era che il libertinaggio stava facendo il suo ritorno trionfale negli usi della classe dirigente viziata, da lì si stava diffondendo nel costume della società, soprattutto tra i più giovani. E lui aveva una figlia dodicenne, cazzo! Di questo passo sarebbe stato rimesso in commercio il Calippo, sarebbe tornato in edicola il Dylan Dog o addirittura il Cioè-girl! Non poteva permetterlo. E poi…essere trattato con così poco riguardo, lui, che da giovane aveva anche studiato ed era stato radiato dall’ordine degli avvocati solo perché ad un processo indossava una maglietta che aveva dipinto da sé raffigurante un’aringa arringatrice. D’altro canto Franceschini era combattuto in animo. Parte del suo spirito di poliziotto integerrimo si rifiutava di prendere accordi sottobanco a scapito di un superiore.
“E se dovessi rifiutare?”
“Vuole che le mostri nuovamente le lastre?”
“Ok, accetto.”

Appena arrivato all’aeroporto internazionale “Borghezio” di Gardone Val Trompia, fiutando l’aria, Umberto aveva avuto un cattivo presentimento. Non trovando da solo il coraggio di affrontare l’argomento con l’amante si era scolato tre sambuche al bar “Ghe pensi mi”, e poi era salito al terzo livello dalla città nuova. Qui aveva aperto con la sua chiave crittonasale il cancello del ranch “Brave Heart” situato ad appena 50 metri dall’uscita principale dell’elevatore magnetico. Ed ora stava ripercorrendo la via a ritroso, con le lacrime agli occhi, dicendosi che c’era da aspettarselo.
In quasi dieci anni di relazione il Trota non l’aveva mai fatto pentire della situazione pericolosa in cui si erano andati a cacciare. Era un partner dolce e generoso. Mai che si dimenticasse di un regalino, di un pensiero affettuoso, che fosse un orologio, un fermacravatte d’oro, o anche un tubo Perugina. E quando serviva una spintarella alla sua carriera nella DIM, ad Umberto bastava farne timidamente cenno, che il Trota provvedeva. Era un vero uomo, lui, cui bastava rivolgersi al papà per avere qualunque cosa desiderasse. Ma negli ultimi tempi il Trota sembrava preso da un avidità che prima non aveva, una smania del vizio dettata, forse, dal notevole incremento di negri in Nigeria testimoniato da un sondaggio di Radio Dj. Aveva cominciato a coinvolgere Umberto in serate a base di popper e sesso nella polenta.
Quando l’aveva trovato con le squame ingiallite, la boccettina senza il tappo e la bava alla bocca non più boccheggiante, Umberto aveva capito che la vita non aveva più un senso. Non aveva manco fatto in tempo a parlargli della storia delle lastre e a chiedergli i soldi. Ma ormai che importava? Anche se i soldi ce li avesse avuti non cambiava niente, perché senza il Trota tutto era privo di valore. E intanto correva, correva verso l’elevatore magnetico non perché avesse fretta di tornare all’aeroporto, ma giusto per correre. Fu allora che si sentì stringere il braccio sinistro e spostare di peso. Ebbe l’impressione di essere investito da un raggio Labus mentre il faccione baffuto di Franceschini gli recitava: “…Ha il diritto di interpellare un sessuologo forense. Tutto ciò che dirà potrà essere elaborato dal computer della pretura governativa…”

Quando si sentì dire: “Sai cosa fanno in carcere a quelli con un bel visino come il tuo?” Kontrasto dapprima rispose: “Tu’ mamma!”, ma poi pensò che, dopotutto, il gabbio non doveva essere un posto così brutto.
Del resto ci rimase poco. Aveva avuto ragione a pensare che il formigonismo aveva i giorni contati. Qualche mese dopo il suo arresto, in data 27/09/2034, anno XX dell’era formigonista, si erano tenute le elezioni politiche. Per la prima volta il grande centro era stato battuto da una coalizione formata da Radicali, Lista Pensionati (che raccoglieva l’eredità del vecchio Partito Democratico) e Sudtirol Volk Partei, capeggiata dal leader carismatico Gabriele Paolini.
Uno dei primi provvedimenti del nuovo governo fu abrogare il pacchetto anti-fornicazione e depenalizzare i reati ad esso connessi. Così, dopo aver scontato neanche un anno di pena e di TSO, Umberto si ritrovò fuori dalla galera, libero di rifarsi una vita.
Diventò proprietario di un balera/nightclub che divenne presto di culto, il “Liscio a bastoni”. Aveva smesso di essere chiamato “Kontrasto” e si era fatto crescere i capelli.
Ora per tutti era la “Regina di Cuori”.
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6 commenti:

kontrasto ha detto...

ahahaha.
.
.
.
che merda che sei
caca i leuri per i diritti!

piergiorgio ha detto...

"Spettacolare susseguimento di parole e verbi attenzionanti il lettore al petting e all'onanismo il giusto valore".
Gazzetta di Benevento

kontrasto ha detto...

"Leggetelo e purificatevi"
Famiglia Cristiana

piergiorgio ha detto...

"quindi?"
Chi

kontrasto ha detto...

"chi???"
Time Magazine

Lorenzo ha detto...

uau